Il Presidente della Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione (INGE) del Parlamento europeo, Raphaël Glucksmann (S & D, Francia), ha invitato i parlamenti nazionali a partecipare alla riunione interparlamentare, che si svolgerà in videoconferenza il 9 novembre 2021, sul tema “Rispondere alle interferenze straniere in cooperazione con le democrazie affini”. In base alla bozza di programma, l'incontro sarà articolato nelle seguenti sessioni di lavoro:
Le interferenze straniere nei processi democratici nell'Unione europea;
Rispondere alle interferenze straniere in cooperazione con le democrazie affini.
I tentativi da parte di attori statali e non statali di interferire nella vita democratica e politica nell'Ue e nei suoi Stati membri sono diventati sempre più comuni, come parte di una tendenza più ampia sperimentata dalle democrazie di tutto il mondo. La Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Ue è stata istituita per esaminare le diverse forme di interferenza straniera, che vanno dalle campagne di disinformazione agli attacchi informatici e ai finanziamenti illeciti. La riunione dovrebbe fungere da forum per un dibattito e uno scambio di informazioni e migliori pratiche su come i diversi Paesi dell'Ue e non Ue - fra cui Stati Uniti, Canada e Australia - affrontano le minacce ibride a livello nazionale e multilaterale e le sfide poste dalle interferenze straniere. L'incontro dovrebbe essere anche un'occasione per approfondire il dialogo sulle ingerenze straniere fra Parlamento europeo, parlamenti nazionali e internazionali in preparazione del vertice internazionale per la democrazia.
La commissione speciale presenterà una relazione finale (recante una proposta di risoluzione) in cui figureranno conclusioni di fatto e raccomandazioni in merito alle misure e alle iniziative da adottare. È stata designata come relatrice Sandra Kalniete (EPP, Lettonia).
La relatrice riferisce che il lavoro della commissione si fonda su una stretta cooperazione fra i gruppi politici (i coordinatori hanno deciso di comune accordo con il presidente quali esperti invitare e quali studi commissionare), e di aver regolarmente consultato i relatori ombra durante l'elaborazione del documento.
Dal punto di vista tematico, è stata operata una distinzione fra la fase di diagnosi, nel corso della quale sono stati invitati esperti, e la fase di individuazione delle soluzioni. Sulla base del mandato, sono state organizzate diverse audizioni sulle ingerenze nella sfera pubblica e privata e sono stati analizzati i metodi utilizzati dai diversi attori stranieri. Nella fase dedicata all'individuazione delle soluzioni, la commissione INGE ha tentato di individuare possibili strumenti e strategie per prevenire e contrastare i problemi rilevati. Per la formulazione delle raccomandazioni sono state inoltre presentate due interrogazioni con richiesta di risposta orale: nel luglio 2021 è stato chiesto al VP/AR Josep Borrell come intendeva porre rimedio alla mancanza di risorse e di mandato per le task force della StratCom del SEAE e alla mancanza di sanzioni adeguate nei confronti di attori stranieri che commettono ingerenze; nell'ottobre 2021 è stato chiesto alla vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová come intende garantire che la mancanza di coordinamento fra i diversi settori e livelli politici non aumenti l'esposizione alle ingerenze straniere e come intende migliorare la trasparenza degli algoritmi e sostenere l'alfabetizzazione mediatica. Per redigere la relazione, la relatrice ha inoltre approntato quattro documenti di lavoro: sullo stato delle ingerenze straniere nell'Unione europea, inclusa la disinformazione; sul finanziamento occulto di attività politiche da parte di donatori stranieri; sulle ingerenze straniere per mezzo delle piattaforme online; sul rafforzamento della resilienza dell'Ue contro le minacce ibride.
Alla luce della natura intersettoriale del mandato, la commissione INGE ha invitato cinque commissari per discutere di aspetti diversi delle ingerenze straniere: Vĕra Jourová, vicepresidente della Commissione per i Valori e la trasparenza; Margaritis Schinas, vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo; Josep Borrell, vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza; Thierry Breton, commissario per il Mercato interno; Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva dell'Ue per Un'Europa pronta per l'era digitale e commissaria per la Concorrenza. Sono state inoltre condotte diverse discussioni con il personale della Commissione e del Servizio europeo per l'azione esterna ed è stata indetta una riunione speciale, insieme alla commissione CONT, con la Corte dei conti europea in merito alla sua relazione speciale n. 09/2021: "La disinformazione nell'Ue: combattuta ma non vinta".
Il progetto di relazione - presentato il 18 ottobre 2021 - delinea un quadro della situazione, della portata e dell'estrema complessità della miriade di forme assunte dalle operazioni di ingerenza aggressive concepite e finanziate da attori stranieri nei confronti dell'Ue.
La relatrice riferisce di aver preso atto, con una certa preoccupazione, della rapida capacità di adattamento, della volatilità e dell'accelerazione di tale fenomeno, attraverso nuovi attori, nuove narrazioni e nuovi strumenti emersi nell'arco di un solo anno. Fra questi si annoverano, infatti: campagne di disinformazione su nuova scala legate al Covid-19; attacchi informatici contro le autorità pubbliche, comprese le infrastrutture di sanità pubblica; strategie di ingerenza che prevedono l'elite capture e attività di lobbying industriale; il finanziamento occulto delle attività politiche; il controllo di centri accademici e culturali; la strumentalizzazione delle diaspore nazionali.
La relatrice riferisce tuttavia che si è assistito anche alla diffusione di una maggiore consapevolezza in merito alla fondamentale importanza di tali aspetti, e il riconoscimento del fatto che l'Ue e i suoi Stati membri dovrebbero rapidamente introdurre vere e proprie politiche per la resilienza e strumenti di deterrenza, sulla base di un approccio che coinvolga la società nel suo insieme, che consentano di affrontare tutti i tipi di minacce ibride e di attacchi, tutelando in tal modo il funzionamento sostenibile della democrazia. Nella risoluzione si invita quindi la Commissione europea a proporre, e i colegislatori e gli Stati membri a sostenere, una strategia multilivello e intersettoriale e a stanziare risorse finanziarie adeguate, al fine di dotare l'Ue e gli Stati membri di politiche di resilienza e strumenti di deterrenza adeguati.
Tale strategia dovrebbe fondarsi su un approccio basato sui rischi, che coinvolga la società e i governi nel loro insieme.
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