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Coercizione e guerra cibernetica: le armi di Pechino su Taiwan

Cina - Taiwan

G. Iuvinale


Coercizione informatica in tempo di pace e guerra elettronica in caso di conflitto armato. Un recente rapporto pubblicato da una delle più importanti società di intelligence al mondo, Insikt Group®, a firma di David Thorne e Zoe Haver, si concentra su queste attività della "guerra moderna" che Pechino ha efficacemente implementato per prendersi Taiwan con la forza.

Foto Gettyimages, John M Lund Photography Inc.

Questi i passaggi chiave.

  • La Cina molto probabilmente considera l'uso delle sue capacità informatiche come un'opzione per costringere il Governo o il pubblico taiwanese a far cessare tutte quelle le attività percepite dal PCC a favore dell'indipendenza dell'isola o a scoraggiarne il ricorso.

  • Se Pechino decidesse di usare la forza contro Taiwan, le capacità informatiche cinesi verrebbero quasi certamente utilizzate per cercare il dominio delle informazioni a supporto di una campagna militare di sbarco sull'isola.

  • Le forze di rete cinesi disponibili nella coercizione e nella guerra includono unità delle forze armate, personale di organizzazioni governative civili, di imprese tecnologiche private e probabilmente anche di "hobbisti" o hacker patriottici.

  • Per prendersi l'isola, la Cina considera utilizzabile ogni tipo di attacco informatico, nonchè l'impiego dei relativi strumenti tecnici sia militari che civili (dual use).

  • Lo sviluppo delle armi informatiche e la formazione dei relativi talenti avviene attraverso programmi di sviluppo e di addestramento sia militari che civili e con la costruzione di "poligoni informatici".

  • La Cina considera la ricognizione della rete, nonchè l'ispezione e lo spionaggio informatico come strumenti formidabili per la coercizione informatica e la guerra cibernetica.

  • L'approccio cinese allo spionaggio informatico dà la priorità alle infrastrutture di telecomunicazioni di medio e alto livello dalle quali gli attori delle minacce possono raccogliere dati su una serie di obiettivi specifici.

  • Gli obiettivi della guerra cibernetica e la coercizione includono l'interruzione, il danneggiamento o la distruzione della funzione dei sistemi di informazione militari e civili e delle infrastrutture critiche avversarie, nonché lo shock dei responsabili delle decisioni taiwanesi e l'indebolimento della loro volontà di combattere.

Nonostante Taiwan non abbia mai fatto parte della Cina, il Partito Comunista Cinese (PCC) crede fermamente che l'isola le appartenga. Il partito-stato di Xi Jinping, rieletto per la terza volta Segretario generale del PCC e capo delle forze armate, ha cercato a lungo la “riunificazione” con Taiwan, descrivendo la “riunificazione” come “un'aspirazione condivisa da tutti i figli e le figlie della nazione cinese”, “indispensabile per la realizzazione del ringiovanimento della Cina”, e “una missione storica del Partito Comunista Cinese”. A sostegno di questo obiettivo, la Cina ha costantemente tentato di influenzare il comportamento di Taiwan, anche attraverso attività coercitive diplomatiche, economiche e militari.

Pechino vede la futura missione “One China” per unificare Taiwan come una continuazione dell’incompiuta guerra civile del 1949. Secondo il Pentagono, Pechino presenta una minaccia di attacco e spionaggio informatico significativo e persistente per le infrastrutture critiche e militari di un avversario. Nella nuova strategia di difesa nazionale 2022 (NDS) del Pentagono, la Cina viene identificata come la “minaccia” numero uno per gli Stati Uniti.

Il PCC, inoltre, ha promesso di opporsi alle “forze separatiste” e alle “interferenze esterne” degli Stati Uniti, sottolineando che la Cina si adopererà per una “riunificazione” pacifica con Taiwan ma “sarà sempre pronta a rispondere con l'uso della forza o altri mezzi necessari all'ingerenza di forze esterne o all'azione radicale di elementi separatisti”.

E questa non è una minaccia vuota: l'Esercito popolare di liberazione (PLA) ha da tempo dato priorità ai preparativi per un'invasione anfibia su vasta scala di Taiwan esta attivamente perseguendo le capacità di cui ha bisogno per portare a termine con successo tale invasione.

Spionaggio di stato, guerra psicologica, informatica ed elettronica

Come parte degli sforzi per preparare la PLA alla guerra moderna, nel 2016 il CMC (Commissione Militare Centrale cinese) ha istituito la PLA Strategic Support Force (SSF). Si tratta di un’Organizzazione di Comando che centralizza le missioni e le capacità della guerra strategica, informatica, elettronica e psicologica della PLA.

Lo spionaggio informatico sponsorizzato dallo Stato costituisce solo una parte della più ampia attività rientrante nel perimetro della guerra informatica cinese.

La missione della guerra psicologica è plasmare le narrazioni pubbliche internazionali, indebolire la volontà del nemico, modellare le narrazioni diplomatiche e politiche e fare avanzare gli interessi della Cina attraverso tutte le fasi del conflitto.

Il PCC vuole che la Cina diventi una “superpotenza informatica”. I suoi leader hanno una chiara comprensione del dominio e di come utilizzare il potere informatico per raggiungere gli obiettivi strategici, in particolare nell’ambito della sorveglianza interna, della difesa, del dominio dell’informazione, della crescita economica, degli standard tecnici e soprattutto delle capacità offensive.

Xi Jinping ha intensificato la retorica sulla sicurezza informatica e la guerra, affermando apertamente che “senza sicurezza informatica non c’è sicurezza nazionale”.

Ha spinto la Cina verso il cyber power: ha spostato la priorità della propaganda verso il dominio dell’informazione globale e ha ricostruito le catene di approvvigionamento internazionali con aziende cinesi. La Cina sembra ora essere alla pari con gli Stati Uniti nel cyberspazio. Per il Pentagono, lo sviluppo delle capacità di guerra informatica è coerente con gli scritti della PLA, che identificano le IO – che comprendono la guerra informatica, elettronica e psicologica – come parte integrante del raggiungimento della superiorità dell’informazione e come mezzo efficace per contrastare un nemico più forte.

La Cina ha pubblicamente identificato il cyberspazio come un dominio critico per la sicurezza nazionale e ha dichiarato la sua intenzione di accelerare lo sviluppo delle proprie forze informatiche. Pechino presenta una minaccia di attacco e spionaggio informatico significativa e persistente ai sistemi delle infrastrutture critiche e militari di terze Parti. La Cina può condurre azioni dirompenti e distruttive, dagli attacchi di negazione del servizio alle interruzioni fisiche delle infrastrutture critiche. Lo scopo è modellare il processo decisionale e interrompere le operazioni militari avversarie nelle fasi iniziali di un conflitto, sfruttando le loro debolezze. Per il Dipartimento della Difesa USA, la Cina ha migliorato le capacità di azioni informatiche e può lanciare attacchi come l’interruzione di un gasdotto.

La comunità dell’intelligence statunitense ha affermato apertamente che Pechino “possiede notevoli capacità di attacco informatico [... e] può lanciare attacchi informatici che, come minimo, possono causare interruzioni temporanee e localizzate alle infrastrutture critiche all’interno degli Stati Uniti".

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