Se il mondo vuole raggiungere gli obiettivi climatici concordati abbiamo bisogno di soluzioni prontamente implementabili, dice L'AIEA. Ed in Europa, la Commissione UE dovrebbe includere gli investimenti nelle centrali nucleari nello standard per gli investimenti sostenibili, affermano alcuni europarlamentari
G Iuvinale
In vista del prossimo vertice internazionale sul clima denominato COP26, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha pubblicato un rapporto speciale dal titolo L'energia nucleare per un mondo net zero. Il documento, evidenzia il ruolo fondamentale del nucleare nel raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi e dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Il cambiamento climatico è la più grande sfida ambientale del nostro tempo, dice l'AIEA. E se il mondo vuole raggiungere gli obiettivi climatici concordati entro il lasso di tempo disponibile, abbiamo bisogno di soluzioni mature e prontamente implementabili come il nucleare.
Mentre i leader di governo, imprese e società di tutto il mondo si preparano a riunirsi alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow tra il 31 ottobre e il 12 novembre prossimi, l'AIEA spiega i motivi per cui il nucleare dovrebbe avere sempre un posto nel tavolo in cui vengono discusse le politiche energetiche e climatiche. Il documento, inoltre, si integra con le osservazioni (e le scoperte) di nove paesi - Canada, Cina, Finlandia, Francia, Giappone, Polonia, Russia, Stati Uniti e Regno Unito - a sostegno dell'energia nucleare per il miglioramento climatico.
In particolare, il rapporto insiste sul fatto che l'energia nucleare è vitale per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette di gas serra. Infatti, è in grado di assicurare la fornitura di energia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, fornire stabilità e resilienza alle reti elettriche e facilitare l'integrazione di rinnovabili come l'eolico e il solare.
L'energia nucleare rappresenta uno degli investimenti più efficaci per la ripresa economica globale post-pandemia, contribuendo direttamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite in materia di energia, espansione economica ed azione per il clima.
Un argomento chiave della prossima COP26 sarà l'accelerazione della transizione dal carbone. Secondo l'AIEA, sostituire il 20% della produzione di carbone con 250 GW di produzione nucleare ridurrebbe le emissioni di 2 Gt CO2, ovvero circa il 15% delle emissioni del settore elettrico all'anno.
L'uso dell'energia nucleare ha evitato l'equivalente di circa 70 gigatonnellate di emissioni di anidride carbonica nell'ultimo mezzo secolo. Attualmente, il nucleare fornisce il 10% dell'elettricità mondiale - che è circa un terzo dell'elettricità globale a basse emissioni - e fornisce oltre 800.000 posti di lavoro.
Secondo l'AIEA, dunque, la partnership dell'energia nucleare con le energie rinnovabili sarà la chiave per portare a zero le emissioni e per uscire dalla grave crisi energetica in atto.
La situazione europea
Con il cosiddetto Green Deal, i 27 Stati membri dell'UE hanno assunto l'impegno di fare dell'Unione Europea il primo continente ad impatto climatico zero entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo, si sono impegnati a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Una decisione, però, presa in un momento assai critico dove i prezzi del gas naturale salgono ovunque alle stelle ed il mondo è appena entrato in quella che sembra ormai una crisi energetica senza precedenti. Il che, evidenzia, la necessità di considerare anche il ricorso all'energia nucleare.
Per questo motivo, già a luglio scorso, 87 europarlamentari, in una lettera congiunta inviata alla Commissione, hanno chiesto di includere gli investimenti nelle centrali nucleari nello standard UE per gli investimenti sostenibili, la cosiddetta tassonomia europea. Ciò darebbe agli investimenti nel nucleare un'etichetta di sostenibilità, simile alla costruzione di turbine eoliche e sistemi solari.
I parlamentari fanno riferimento a tre rapporti sulla sostenibilità del nucleare che sono stati recentemente ultimati per conto della Commissione. In particolare, si tratta della questione se l'energia nucleare rispetti il cosiddetto principio del “non fare danni significativi”, ovvero se si possa escludere una significativa compromissione degli obiettivi di sostenibilità dell'Unione Europea da parte dell'energia nucleare.
Il primo importante rapporto è stato presentato ad aprile dal Centro comune di ricerca della Commissione europea. il secondo da un gruppo di esperti costituito ai sensi dell'articolo 31 del trattato Euratom, mentre l'ultimo è stato reso pubblico dal Comitato Scientifico sulla Salute, Ambiente e Rischi Emergenti (SCHEER). Tutti, portano alla conclusione che l'energia nucleare può essere classificata come sostenibile.
Tuttavia, fino ad oggi la Commissione non ha adottato alcuna decisione in merito.
E per questo, la Polonia, che attualmente genera il 70% della sua elettricità dal carbone, ha comunicato di recente di voler costruire diversi reattori nucleari per ridurre notevolmente la sua dipendenza dai combustibili fossili e raggiungere così gli obiettivi climatici.
"Il nostro programma nucleare prevede che entro il 2043 saranno installati tra 6-9 GW di energia in termini di nucleare, il che significa sei reattori, e questo giocherà un ruolo estremamente importante nel sostituire le capacità di carico di base esistenti basate su combustibili convenzionali, ha affermato il Ministro polacco del clima e dell'ambiente Michal Kurtyka.
La Polonia ha piani ambiziosi per utilizzare l'elettricità dai suoi futuri reattori e dai parchi eolici offshore per produrre idrogeno pulito. Inoltre, Kurtyka ha affermato che il Paese sta lavorando con il Giappone per esaminare la possibilità di implementare reattori raffreddati a gas ad alta temperatura (HTGR), che possono migliorare l'efficienza e ridurre i costi di produzione dell'idrogeno.
In questo panorama, anche la Cina si muove con anticipo. E' notizia di qualche giorno fa che l'AIEA e la China International Development Cooperation Agency (CIDCA) hanno firmato un accordo definito "rivoluzionario" che consentirà all'Agenzia internazionale per l'energia atomica di sfruttare l'esperienza istituzionale della Cina al fine di assistere i Paesi in via di sviluppo nel raggiungimento degli obiettivi di crescita sostenibile.
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