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Immagine del redattoreNicola Iuvinale

Dipartimento difesa USA: rapporto 2021 sulla potenza militare cinese e sull'innovazione della difesa

Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha reso noti i suoi sforzi - e le tempistiche - per raggiungere un "grande ringiovanimento" della Cina attraverso la leadership tecnologica. Il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti li ha esaminati e ha pubblicato un rapporto sullo stato e sugli investimenti cinesi in campo militare


di Nicola Iuvinale

Il PCC mira a costruire entro il 2049 (centenario o "Liang ge yibai" della Repubblica Popolare Cinese) “un paese socialista moderno che sia prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato e armonioso”; entro il 2035 a completare la spinta China Standards per standardizzare e creare l'interoperabilità nelle tecnologie emergenti; entro il 2030 per diventare il leader mondiale nell'intelligenza artificiale (AI); entro il 2027 per raggiungere l'obiettivo recentemente annunciato di modernizzare completamente l'Esercito popolare di liberazione (PLA) per trasformarlo in una forza capace di una guerra "intelligente"; ed entro il 2025 per raggiungere i suoi obiettivi "Made in China" per aumentare la quantità di beni high-tech fabbricati in Cina, dalle tecnologie agricole all'ingegneria marittima e aerospaziale. Questi obiettivi ad ampio raggio dipendono, se non in modo esplicito, dal fatto che la Cina rafforzi il suo controllo sulle tecnologie emergenti, come chiarisce il rapporto annuale 2021 sul potere militare cinese del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti inviato al Congresso.

Queste tecnologie emergenti includono intelligenza artificiale (AI), la robotica avanzata, i semiconduttori e l'informatica avanzata, le armi quantistiche, biotecnologiche, ipersoniche e ad energia diretta, materiali avanzati ed energia alternativa.

Il rapporto del Dipartimento della Difesa conferma quanto già espresso dalla Guida strategica provvisoria per la sicurezza nazionale elaborata dall'amministrazione Biden, secondo cui la Cina è l'unico concorrente degli Stati Uniti "capace di combinare il suo potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per lanciare una sfida continua a una stabilità e un sistema internazionale aperto”.

Secondo il China Military Power Report, che analizza gli sviluppi militari e di sicurezza del PCC nel 2020, la Cina sta passando a una nuova fase della sua strategia nazionale – come evidenziato anche dall'annuncio del partito sulle nuove priorità a dall'accelerazione impressa nell'ultimo anno – in cui le tecnologie emergenti e l'innovazione nel campo della difesa giocheranno un ruolo centrale nelle più recenti iterazioni degli obiettivi strategici del PCC.

La RPC ha indubbiamente dimostrato il suo impegno nel realizzare la sua visione.

Ha aumentato il suo budget militare annuale del 6,8% nel 2021 e sta investendo enormi risorse nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie emergenti, che ritiene si trasformeranno in capacità militari nel prossimo decennio.

Tuttavia, l'innovazione della difesa alla portata e al ritmo della visione cinese solleva dubbi e sfide enormi.

La trasformazione organizzativa è difficile, soprattutto quando comporta modifiche sostanziali alla struttura organizzativa delle forze in campo e ai piani operativi.

La visione della Cina di utilizzare simultaneamente cyber, intelligenza artificiale, guerra elettronica e altre capacità nelle contingenze militari, richiede anche un livello incredibilmente alto di sofisticatezza operativa.

Resta da vedere se l'esecuzione dei piani del PCC saranno all'altezza della sua ambizione.


I risultati del rapporto: un focus sulle tecnologie emergenti

Il rapporto del Dipartimento della Difesa spiega che "per decenni, i leader della RPC hanno inquadrato la loro ricerca della modernità e del potere come un progresso della Cina lungo una traiettoria specifica".

La dichiarazione del presidente cinese Xi Jinping, secondo cui la Cina ha "varcato la soglia di una nuova era" durante il 19° Congresso del Partito, è un chiaro segnale che il PCC si sente abbastanza fiducioso per lanciare la prossima fase del suo grande piano.

Sebbene questa "nuova era" comprenda l'economia e la società oltre all'esercito, è chiaro che la Cina non solo si sta preparando, ma sta anche tentando di guidare l'emergere di un approccio altamente "intelligente" alla guerra, attraverso l'accesso alle tecnologie emergenti.


Alla ricerca dell'“Intelligentized” Warfare"

Gli strateghi del PLA e altri ritengono che le tecnologie emergenti daranno forma al futuro della guerra, specialmente attraverso la crescente "informatizzazione" (dipendenza dai dati e dai flussi di informazioni) del campo di battaglia. Sostengono che i progressi in aree chiave come il cloud computing e l'analisi dei dati "aumenteranno la velocità e il ritmo" della guerra futura; una possibilità che alcuni chiamano hyperwar, a causa della mancanza di accesso all'intelligence in tempo reale sul campo di battaglia.

"Guerra intelligente" si riferisce al "concetto di guerra futura della Repubblica popolare cinese basato su tecnologie emergenti e dirompenti, in particolare IA" e sistemi automatizzati e senza pilota.

Sebbene le tecnologie e le capacità stesse siano importanti per questo progetto, si tratta, comunque, di un approccio olistico che include sistemi, processi e concetti operativi e organizzativi in ​​rete.

Il rapporto afferma che la RPC sta perseguendo “[a]ttrition warfare by intelligent swarms, cross-domain mobile warfare, AI-based space confrontation, and cognitive control operations", nel tentativo di migliorare l'elaborazione delle informazioni e il processo decisionale sul campo di battaglia.

Secondo il rapporto, la Cina ritiene che un PLA intelligente e meccanizzato sia una parte essenziale dei suoi sforzi per costruire la capacità di costrizione verso Taiwan e non solo. Gli strateghi cinesi ritengono inoltre che un PLA intelligente e meccanizzato fornirà alla Cina opzioni militari più credibili nel perseguimento dei suoi obiettivi di politica estera.

La tecnologia da sola, tuttavia, non è sufficiente per modificare drasticamente il modo in cui operano le forze armate e di come gli stati combattono le guerre. Senza cambiamenti burocratici, procedurali e culturali, le nuove capacità non costituiranno innovazione nel campo della difesa.

La sfida principale spesso non è la tecnologia in sé, ma piuttosto la creazione di institutional trust e la volontà di utilizzarla.

Il PCC sta cercando di posizionarsi al meglio per superare queste sfide e ottenere una forza capace di una guerra intelligente attraverso le sue strategie di fusione civile-militare e modernizzazione delle forze armate.


Il metodo di fusione militare-civile

La strategia cinese di fusione militare-civile, secondo il rapporto, è orientata allo "sviluppo e all'acquisizione di tecnologie avanzate a duplice uso: per scopi militari e per rafforzare tutti gli strumenti di potere della Repubblica popolare cinese ".
La Cina sta tentando di creare una "autostrada", affinché i progressi tecnologici e dall'innovazione del settore privato vengano adottati e utilizzati da parte dei militari.

Il PCC spera di superare quel ritardo che spesso esiste per le nuove tecnologie emergenti a duplice uso o per uso generale, quando devono essere trasferite da contesti civili a quelli militari.

Negli Stati Uniti, questo ritardo viene talvolta definito “the valley of death”.

In sostanza, le tecnologie promettenti, che potrebbero generare nuove capacità, non riescono a diventare programmi all'interno del Dipartimento della Difesa americana ostacolando, così, il flusso della tecnologia dalla Silicon Valley nella sfera pubblica.

La strategia di sviluppo della fusione militare-civile cinese ha quindi incluso l'investimento in tecnologie generiche che "riducono la linea di demarcazione tra l'uso commerciale e quello militare" come l'intelligenza artificiale, la robotica, la quantistica anche attraverso la riorganizzazione di uno dei suoi principali think tank militari, l'Accademia di scienze militari, garantendo la leadership sui programmi di ricerca scientifica militare.

Questo tipo di sforzi include iniziative più ampie per sfruttare meglio le infrastrutture civili, la conoscenza e la forza lavoro per scopi militari, combinate con "la volontà della Cina di dispiegare tecnologie emergenti rapidamente e su vasta scala".

Il rapporto conclude che la Cina si è posizionata in modo tale che “l'EPL sarebbe rapidamente in grado di acquisire qualsiasi scoperta scientifica nazionale (ma anche internazionale) con utilità militare".

Un metodo di leadership scientifica e tecnologica

Oltre alla sua ampia strategia di intrecciare i suoi settori civili e militari nazionali, la Cina sta anche perseguendo l'acquisizione di tecnologia attraverso altri mezzi, incluso l'ottenimento di tecnologia attraverso EPL(IDE), la partecipazione a collaborazioni accademiche e il reclutamento di IA di talento a livello globale.

La RPC ha acquisito con successo tecnologie all'avanguardia investendo o acquistando a titolo definitivo in "aziende straniere che dispongono di tecnologia, strutture e persone che lavorano in aree tecnologiche chiave".

Nel 2020, nonostante le sfide economiche della pandemia di coronavirus, gli IDE cinesi negli Stati Uniti hanno raggiunto 7,2 miliardi di dollari e nel 2021 la Cina è stata seconda al mondo, solo agli Stati Uniti, per finanziamento di capitale di rischio.

In sintonia con le sue iniziative di acquisizione di tecnologia, la RPC è in competizione per reclutare e trattenere i talenti STEM da tutto il mondo e in particolare i talenti dell'IA e dell'apprendimento automatico.

Analogamente agli incentivi all'immigrazione lanciati da altri paesi negli ultimi anni, la RPC ha creato programmi per colmare le lacune nelle conoscenze tecniche con personale straniero, come il Piano Mille Talenti, che si rivolge alle “popolazioni della diaspora della RPC, alle persone con legami familiari o affettivi nel RPC, ai recenti emigranti dalla RPC ed esperti di nazionalità straniera il cui reclutamento è ritenuto necessario per la sua modernizzazione scientifica e tecnica".

Se presi insieme, gli sforzi del PCC costituiscono un modello per l'innovazione nel campo della difesa che pone le basi per il raggiungimento dei fini desiderati. Ma come questo si tradurrà effettivamente in capacità tangibili è meno certo.


C'è un divario tra la visione e la realtà della Cina?

La RPC ha "continuato la sua spinta aggressiva e di alto livello per padroneggiare le tecnologie avanzate e diventare una superpotenza dell'innovazione globale".

Ci sono stati numerosi recenti articoli su come la Cina intenderebbe utilizzare tecnologie emergenti come l'intelligenza artificiale e la robotica come mezzi per raggiungere i suoi obiettivi finali dichiarati: tecnologia, leadership economica e militare.

Altri, invece, notano come la Cina stia già potenzialmente utilizzando alcune di queste tecnologie in zone di conflitto reale, come i "robot armati di mitragliatrici" nella linea di confine con l'India.

Rivisto nel contesto di questi sviluppi, il China Military Power Report sottolinea "l'importanza di affrontare la sfida al ritmo dell'esercito della RPC e alle sue ambizioni globali".

Illustra che il PCC intende dominare in queste aree tecnologiche e usi militari e dimostra la sua capacità di dare seguito a tale intento.

Ma c'è una differenza tra le intenzioni e le capacità dichiarate, sia nell'abilità della Cina di raggiungere la leadership tecnologica emergente, sia nella sua capacità di trasformare le tecnologie emergenti in capacità militari utilizzabili.

Sebbene la spesa in ricerca e sviluppo sia un buon indicatore del fatto che la Cina è seriamente intenzionata a dare la priorità a queste tecnologie, non è una garanzia che gli sforzi di innovazione della difesa della Cina avranno successo.

L'innovazione della difesa è impegnativa e l'esercito cinese non ha una notevole esperienza operativa.

Il tentativo di adottare e sfruttare le nuove tecnologie militari porta con sé le sfide associate al cd. "luddism" e all'adoption backsliding, poiché le burocrazie possono potenzialmente "struggle to determine" dove queste tecnologie vanno ad adattarsi anche all'ecosistema esistente.

Il PCC e l'EPL sono burocrazie non esenti dalle difficoltà che l'introduzione di nuove tecnologie sollevano o dai passaggi necessari per un'innovazione militare di successo.

Ad esempio, in un recente articolo, due ricercatori dell'Army Command College del PLA, discutono dei vantaggi delle applicazioni militari dell'IA, ma riconoscono anche che avere una tecnologia all'avanguardia di per sé non è sufficiente per vincere le guerre senza le strutture e i processi necessari che la circondano.

L'integrazione dell'IA, in particolare, pone sfide uniche al "comando e al controllo" e ha il potenziale per aumentare la probabilità di incidenti.

Anche se la Cina riuscisse ad adottare queste tecnologie e a integrarle in sistemi e processi, non avrebbe la vasta esperienza operativa richiesta.

Non sarebbe sorprendente se ci fosse un divario tra l'dea cinese e l'esecuzione di questi obiettivi.

Senza una valutazione netta completa, resta da vedere dove si trovi la Cina rispetto agli Stati Uniti.

Quindi, ci sarà probabilmente un divario tra la visione cinese della guerra futura e il ruolo che le tecnologie emergenti svolgeranno e la realtà delle loro capacità sul campo.

Il PCC non è esente dalle sfide di implementazione che molti sostengono affliggere le iniziative tecnologiche emergenti del Dipartimento della Difesa statunitense, il che significa che le affermazioni sulla leadership americana, nell'innovazione della difesa sono "tutto tranne che perse ": sono premature.

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