Il declino dell'egemonia globale degli Stati Uniti sta offrendo una grande opportunità di ascesa alle forze emergenti, soprattutto al pericoloso regime di Xi Jinping
G e N Iuvinale
Nel mezzo dei grandi cambiamenti della storia, la cooperazione tra Arabia Saudita e Cina è diventata sempre più stretta. Il 1° gennaio scorso, infatti, il Regno saudita è entrato ufficialmente a far parte dei BRICS, ampliando il gruppo dei Paesi in via di sviluppo da cinque a dieci membri.
Questa decisione segna una nuova fase nelle relazioni del Medio Oriente con la Cina.
L'Arabia Saudita, il più grande esportatore di petrolio al mondo, dispone di abbondanti risorse e di grandi ricchezze. Saudi Aramco, compagnia petrolifera nazionale dell'Arabia Saudita, è una "macchina che stampa denaro" per il Paese.
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman
Ad agosto scorso, infatti, Aramco è risultata essere la terza azienda più grande al mondo per valore di mercato, con una capitalizzazione di 2,08 trilioni di dollari, seconda solo a Microsoft (2,44 trilioni di dollari) e Apple (2,86 trilioni di dollari). È anche la seconda azienda più grande per fatturato dopo Walmart, che occupa il primo posto dal 2014. L’azienda ha ampliato la propria presenza nei principali mercati globali e rafforzato le proprie operazioni downstream. A settembre, l'azienda saudita ha inoltre avviato trattative preliminari con Jiangsu Dongfang Shenghong per acquisire una partecipazione del 10% nella filiale petrolchimica della società energetica cinese. Ad agosto, il colosso energetico saudita ha accettato di acquistare il 100% del rivenditore cileno di carburanti e lubrificanti Esmax Distribuscion dalla società di private equity Southern Cross Group. A luglio, Saudi Aramco ha completato una transazione per acquisire il 10% delle azioni della società quotata Shenzhen Rongsheng Petrochemical per 3,4 miliardi di dollari.
Tuttavia, i complessi cambiamenti del panorama internazionale hanno spinto il Regno saudita a cercare nuovi partner e la cooperazione con le aziende cinesi - che non si limita al solo settore energetico tradizionale - è divenuta una scelta strategica, soprattutto da quando gli Stati Uniti hanno dichiarato l'autosufficienza energetica.
Per quanto riguarda le raffinerie di petrolio, le aziende cinesi hanno assunto una partecipazione del 50% nelle raffinerie di Aramco attraverso un'acquisizione azionaria.
Tale cooperazione offre alle imprese di Pechino l'opportunità di entrare nel mercato mediorientale.
Inoltre, l'Arabia Saudita ha in programma di espandere ulteriormente i propri investimenti in aziende cinesi, soprattutto nel campo delle nuove energie.
Il crescente impegno della Cina nel Medio Oriente ha rafforzato la credibilità di Pechino come partner economico per molti Stati dell'area e come attore diplomatico e militare.
I legami tra Cina e Arabia Saudita si stanno espandono velocemente, coinvolgendo economia, diplomazia, intelligence e sicurezza regionale.
Lo scambio di valuta è un altro punto saliente della cooperazione sino-saudita.
Essendo il fulcro del sistema dei petrodollari, la cooperazione dell'Arabia con la Cina in materia di swap valutario assume un significato di vasta portata. Questa cooperazione, infatti, non solo rafforza i legami economici tra i due Paesi, ma segnala anche il graduale aumento dell'influenza del renminbi in Medio Oriente, dando nuovo impulso al processo di internazionalizzazione della moneta cinese.
A settembre scorso, infine, la Cina ha anche annunciato lo svolgimento di un addestramento navale con l’Arabia Saudita.
Il rapporto del Medio Oriente con la Cina è entrato in una nuova fase e la cooperazione sino-saudita porterà a profondi cambiamenti nel panorama internazionale.
Per decenni, i legami economici tra i due Paesi si sono limitati alle esportazioni di greggio, ma, come detto, negli ultimi anni il rapporto si è rapidamente diversificato, riflettendo il desiderio di Cina e Arabia Saudita di far progredire le relazioni economiche oltre la tradizionale attenzione alle sole risorse energetiche.
L'approccio cinese, difatti, è passato dall'essere puramente transazionale a stratturarsi in modo più sfaccettato ed intrecciato ai futuri sviluppi economici e politici dei Paesi del Golfo.
Allo stesso tempo, il declino dell'egemonia globale degli Stati Uniti ha offerto un'opportunità di ascesa alle forze emergenti.
Xi Jinping, infatti, ha compreso che gli USA, dopo essersi assicurati l'autosufficienza petrolifera, hanno di fatto "abbandonato" il medio oriente al proprio destino e questa percepita mancanza di impegno ha spalancato a Pechino la porta per stringere accordi con i dittatori locali al fine di aumentare l'egemonia cinese non solo economica, ma anche diplomatica e militare.
Pechino vuole surrogare gli Stati Uniti come attore regionale di influenza geoeconomica e strategica.
"La Cina, in quanto rappresentante di una di queste, sta attivamente rafforzando la cooperazione con diversi Paesi, tra cui l'Arabia Saudita, per affrontare insieme le sfide globali. In questo momento storico critico, la Cina deve cogliere l'opportunità di rafforzare la cooperazione con l'Arabia Saudita e con altri Paesi per affrontare insieme le sfide globali", hanno detto diversi esperti cinesi.
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