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Immagine del redattoreGabriele Iuvinale

Gestione Covid-19: mentre in Italia non c'è confronto parlamentare, in Francia si

L'Italia è un Paese che ha molti difetti. Punti di criticità che finiscono per riverberare, negativamente, i loro effetti sui cittadini. E generano anche situazioni di opacità amministrativa, più o meno volute.

Prendiamo, ad esempio, il caso della gestione della pandemia. Il Parlamento italiano (e non solo il Governo, attenzione!) ha deciso di mettere nelle mani di un'unica persona, il Commissario Straordinario Domenico Arcuri appunto, tutta l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID -19.

I poteri sono enormi. Basti pensare che l'articolo 122 del DL 17 marzo 2020, n. 18 stabilisce che i suoi provvedimenti possono essere adottati in deroga a ogni disposizione vigente, nel rispetto della Costituzione, dei principi generali dell'ordinamento giuridico e delle norme dell'Unione europea.

Non solo.

Anche i contratti relativi all'acquisto dei beni sono stati sottratti al controllo della Corte dei Conti. Mai vista una cosa del genere.

Dunque, semplificando, le nostre vite dipendono anche e soprattutto da lui. Un azzardo puntare su un'unica persona. Certo, serve speditezza e semplificazione mi direte. Ma l'Italia è un Paese che, a quanto pare, non conosce mezze misure.

O iperburocrazia asfissiante, fonte, peraltro, di fenomeni di corruttela, oppure deroga generalizzata delle norme. Una via di mezzo non esiste. E l'Italia, nel tempo, è divenuta il Paese dei Commissari.

Vi chiederete, allora, perché esiste la pubblica amministrazione se i problemi si possono risolvere accentrando tutti i compiti in capo ad una sola persona? Semplice, perché la PA è inefficiente. Lo Stato lo sa. Tuttavia, invece di risolvere direttamente il problema, preferisce bypassarlo con dubbie e pericolose soluzioni derogatorie.

Ma il ricorso al Commissario, è bene ricordarlo, dovrebbe essere un'eccezione. Invece è diventata una triste realtà. Ed è bene ribadirlo, è un istituto molto rischioso in termini di trasparenza ed oggettività nelle scelte.

Ora, se volete farvi un'idea di quanti Commissari sono attualmente in carica in Italia potete consultare il sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ovvio che le scelte commissariali non si basano su un confronto collegiale. E' un organo monocratico.

Se volessimo utilizzare questo paradigma, si potrebbe affermare, con un pò di forzatura, che una cosa simile accade anche a livello di produzione normativa.

Voi vi chiederete perché?

Semplice. La Carta Costituzionale ci dice che l'organo legislativo è il Parlamento. Eccezionalmente al Governo viene riconosciuta una potestà normativa. Vale a dire l'adozione dei cosiddetti decreti legge. Eccezionalmente, appunto. Ma qui, nel Paese delle deroghe più o meno implicite, si è formata una sorta di consuetudine: il governo adotta i DL ed il Parlamento li converte. Ed il confronto parlamentare tra opposizione e forze di maggioranza va a farsi benedire.

Inutile dire che tutto ciò è vietato ed è stato censurato più volte anche dal Presidente della Repubblica e dalla Corte Costituzionale.

Questo, però, è quanto è accaduto sinora in Italia nella gestione della Pandemia.

E la presunzione dell'esecutivo, e soprattutto del Premier Conte, si è spinta fino al punto di pensare di poter essere in grado, da sé solo, di risolvere ogni problema del Paese, sottraendosi finanche al confronto con le forze di opposizione.

Adotto un DL, mi auto-attribuisco poteri speciali mai visti finora – ed estranei al mondo giuridico - e poi vado in Parlamento, pongo la fiducia sulla conversione in legge e vado avanti così.

Si governa senza un vero confronto democratico.

Qualche costituzionalista aveva intravisto, già a febbraio, questa problematica. Ed aveva appunto suggerito un Governo di larghe intese, aperto anche all'opposizione.

Ora, però, è tardi. E il disastro è sotto gli occhi di tutti.

Errori gravissimi ed un clima politico “inferocito” dove anche l'opposizione ha dimostrato tutta la sua incapacità ed irresponsabilità.

Intanto, però, il cittadino soffre, muore, le imprese chiudono ed i lavoratori in cassa integrazione e sotto blocco del licenziamento, restano casa con la prospettiva che qualche navigator gli trovi in futuro un improbabile lavoro.

E cosa fa, allora, il Governo? Consapevole, evidentemente, dei propri gravi errori, decide di sussidiare tutti. Risarcisce - per modo di dire - il danno fatto elargendo soldi (a debito) nel fatuo tentativo di calmare le acque e riconquistare nel frattempo un consenso elettorale.

Una pietrificazione dell'intero Paese in attesa che anche la BCE adotti l'ennesimo programma di salvataggio del Titanic italico e che la Commissione congeli il patto di stabilità sine die.

Follia. Un azzardo morale inaccettabile ed una responsabilità, quella del Governo, che non può non andare sanzionata, quantomeno sul piano politico.

Ma l'esperienza italica è un'eccezione, appunto, del tutto nostrana.

In Francia, ad esempio, non è mai mancato un controllo parlamentare durante l'emergenza Covid.

Chiamasi, evidentemente, democrazia.

Ecco il caso Francia.

E' bene sapere, allora, che nello scorso mese di marzo la Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea nazionale è stata riunita per decidere le modalità di lavoro volte a conciliare l'indispensabile continuità della vita democratica e il rispetto delle raccomandazioni sanitarie. La Conferenza è composta, oltre che dal Presidente, dai Vice Presidenti dell'Assemblea, i Presidenti delle Commissioni permanenti, i relatori generali della Commissione degli affari sociali e della Commissione delle finanze, dal Presidente della Commissione degli affari europei e dai Presidenti dei gruppi. In quella sede, ed in accordo con il Governo, è stato deciso l'avvio di una indagine conoscitiva, cosiddetta mission d'information, sull'impatto, la gestione e le conseguenze di tutte le dimensioni dell'epidemia. Lo scopo? Garantire la rappresentatività dei gruppi e delle Commissioni permanenti.

Interessanti sono i compiti delle missioni di informazione. Essi comprendono audizioni ed eventualmente sopralluoghi e le relazioni possono dar luogo anche ad un dibattito. A seconda dello scopo, i lavori possono anche concludersi con la presentazione di un disegno di legge o la presentazione di un decreto.

I lavori della mission d'information si sarebbero dovuti svolgere in due fasi: nella prima fase, l'oggetto principale doveva essere il controllo delle misure prese in applicazione dello stato d'urgenza sanitario, soprattutto attraverso le audizioni dei membri del Governo e l'invio di quesiti scritti alle amministrazioni; nella seconda fase, il campo d'azione doveva essere esteso alla valutazione della crisi e alle sue conseguenze in tutti i settori, eventualmente esercitando le prerogative di una Commissione di inchiesta.

Bene, pensate che nella prima fase sono state svolte, dal 1° aprile al 26 maggio 2020, ben 17 audizioni.

A giugno, a conclusione della prima fase dei lavori, la mission d'information ha adottato il Rapport d'information, nel quale ha riepilogato tutte le tappe della situazione emergenziale (dall'introduzione dello stato di emergenza sanitaria alla strategia di deconfinamento), le misure economico-sociali assunte, e le modalità di lavoro della mission stessa (inclusi i resoconti e i contributi dei singoli gruppi politici). In quella stessa riunione, la mission d'information ha iniziato la seconda fase dei suoi lavori, esercitando, per un periodo di sei mesi, i poteri di una vera e propria Commissione di inchiesta.

Un'ultima notazione. A giugno è stata presentata, dal Presidente del Senato, anche una proposta di risoluzione per creare una Commissione di inchiesta deputata alla valutazione dell'operato a fronte della pandemia e della crisi sanitaria da COVID-19 e della sua gestione.

Gli obiettivi della Commissione sono di valutare lo stato di preparazione della Francia alla vigilia dello scoppio dell'epidemia, la gestione della crisi sanitaria da parte di funzionari politici e amministrativi sin dal suo inizio nel gennaio 2020, le scelte fatte dalla Francia alla luce degli insegnamenti tratti dalle esperienze dei paesi europei e asiatici.

Dal 6 luglio 2020 al 26 ottobre 2020 la Commissione di inchiesta ha svolto numerose audizioni e tavole rotonde con la partecipazione sia di membri del Governo, sia di esperti. Ecco, benvenuti nella democrazia.

Trovate ora voi le differenze con l'Italia.




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