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Immagine del redattoreNicola Iuvinale

Gli sforzi di Pechino per irretire le potenze rivali nell'Asia meridionale e centrale

Pubblicato un nuovo studio sugli sforzi della diplomazia pubblica cinese per conquistare i leader stranieri e influenzare le popolazioni lungo la "Via della Seta", in quella che Pechino considera la sua "più grande periferia"


di Nicola Iuvinale


La Cina considera da tempo i paesi dell'Asia meridionale e centrale come una priorità strategica, nella quale la costruzione di relazioni pubbliche e la "rappresentazione" della sua presunta "buona volontà", sono vitali per garantirsi i propri interessi economici, geopolitici e di sicurezza.

AidData, un laboratorio di ricerca presso il William & Mary's Global Research Institute, ha pubblicato un nuovo ampio studio sugli sforzi della diplomazia pubblica cinese nella regione, che vanno dal finanziamento, all'istruzione, alla cultura e ai social media, che cercano di conquistare leader e cittadini stranieri in quella che Pechino considera la sua "più grande periferia".

Il rapporto Corridors of Power, accompagnato da una dashboard interattiva, analizza gli sforzi di Pechino, compiuti in due decenni, per coltivare e approfondire i legami economici, sociali e di rete con 13 paesi dell'Asia meridionale e centrale (SCA).

Questi legami promuovono l'interdipendenza con la Repubblica popolare cinese (RPC) - che ha il potenziale per rafforzare e contenere i paesi SCA - minacciando al contempo di sostituire o ridurre l'influenza di rivali regionali come Russia, India e Stati Uniti.

Il rapporto esamina come la RPC abbia impiegato 127 miliardi di dollari in diplomazia finanziaria per influenzare l'opinione popolare e il comportamento dei leader in un periodo di 18 anni.

Questi multi-finanziamenti statali comprendono sia aiuti (ovvero sovvenzioni e prestiti agevolati), che debiti (cioè prestiti non agevolati che si avvicinano ai tassi di mercato) in quattro forme di assistenza: finanziamenti infrastrutturali, aiuti umanitari, sostegno di bilancio e sgravio del debito.

La nuova ricerca rileva che Pechino non distribuisce la sua attenzione equamente fra i vari Paesi: oltre i confini nazionali, la RPC vede chiaramente alcune comunità come più strategicamente importanti per promuovere i propri interessi rispetto ad altre.

Secondo gli autori, Pechino sta impiegando tre distinte strategie di diplomazia pubblica subnazionale, adattando il suo impegno per promuovere al meglio specifici obiettivi economici, di sicurezza e geopolitici.

La diplomazia finanziaria cinese è altamente concentrata: il rapporto rileva che Pechino concentra la parte più ingente dei contributi in sole 25 province (che ricevono il 62% dei finanziamenti) e 25 distretti (che ricevono il 41% dei finanziamenti) nella regione SCA.

I distretti più popolosi e quelli con gasdotti naturali sono i destinatari di questi denari e i corridoi e gli oleodotti marittimi del Pakistan attirano quasi un terzo di tutta la diplomazia finanziaria cinese, che impiega nei paesi SCA, favorendo legami economici con implicazioni locali, nazionali e regionali .

Gli autori sostengono che gli strumenti economici e la soft power impiegata da Pechino sono strumenti formidabili nell'esercitare la sua influenza sui quei paesi.

Il rapporto riconosce che più il pubblico e le élite di SCA costruiscono legami interpersonali stretti con le controparti cinesi, più hanno la capacità di rivolgersi a questi social network quando si tratta di reperire beni, servizi, capitali e altre partnership economiche.

E Pechino sembra fare un passo avanti: mentre Russia, India e Stati Uniti hanno una presenza di lunga data, AidData rileva che la Cina ora rappresenta il 30 percento delle istituzioni linguistiche e culturali nella regione, superata solo dagli Stati Uniti.

Pechino ha coltivato 193 legami con 174 città nella regione SCA, ma oltre la metà di tutti i legami (52%)l si sono concentrati su sole 16 città ritenute prioritarie.

Per la prima volta, lo studio offre agli utenti la possibilità di visualizzare dove e come si concretizza la "diplomazia finanziaria cinese", anche attraverso la dashboard interattiva, resa possibile da un set di dati unico sugli strumenti economici e di soft power del PCC.


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