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I diavoli dell'Eurasia

Immagine del redattore: Gabriele IuvinaleGabriele Iuvinale

Russia e Cina vogliono "rompere i piani della NATO" in Europa e gestire insieme l'Indo-Pacifico


G e N Iuvinale


A più di un anno dall'inizio della guerra russa, la partnership tra Mosca e Pechino continua ad ampliarsi a tutto tondo su base globale.

La cooperazione tra i due Paesi, difatti, è continuata e si è persino approfondita a seguito dell'invasione dell'Ucraina, smentendo la pretesa di imparzialità di Pechino nel conflitto.



Come si è più volte evidenziato, la Russia ha notevoli risorse energetiche e militari e tecnologie che altri Stati vogliono acquistare e, nonostante le sanzioni, Mosca ha mantenuto relazioni con paesi del Medio Oriente, Africa, Asia centrale e sud-est asiatico. Nell'Artico, dove la Russia si trova sempre più isolata, i funzionari russi continuano a impegnarsi con una serie di partner, come le recenti aperture alla Cina in materia di investimenti.


La Cina, a sua volta, continua a fornire alla Russia un'ancora di salvezza economica. E' diventata, infatti, il suo partner commerciale predominante e il suo principale cliente per merci scontate come prodotti agricoli ed energia.


Per tutto il 2022, inoltre, il governo cinese ha sostenuto apertamente le posizioni russe sull'Ucraina, affermando di essere "imparziale e obiettiva". Nelle dichiarazioni ufficiali sulla guerra, i funzionari cinesi si sono rifiutati di definire le azioni della Russia contro l'Ucraina come una "invasione" o una "guerra", ripetendo, invece, il termine russo di "operazione militare speciale".

E' molto probabile, dunque, che la Russia non diventerà un vassallo della Cina come affermano alcuni analisti. La relazione tra i due Paesi, in effetti, si sta evolvendo in termini di interdipendenza strategica asimmetrica.

E proprio di tale interdipendenza, e del suo potenziale sviluppo strategico anti-Occidente, hanno recentemente discusso due importanti think tank, la Commissione russa per gli affari internazionali e l'Accademia cinese delle scienze sociali, nel corso dell'ottavo forum internazionale che si è svolto a Pechino.


L'evento - che dal 2015 si tiene ogni anno alternativamente in Russia e in Cina - si è infatti incentrato proprio su come la "Russia e la Cina possono affrontare insieme le sfide nell'attuale competizione geopolitica globale sempre più agguerrita".


Alla cerimonia di apertura sono intervenuti i Ministri degli Esteri di Russia e Cina, l'Ambasciatore russo a Pechino e l'Ambasciatore cinese in Russia che hanno esposto i rispettivi punti di vista, sottolinenado l'importanza di una parternership a 360 gradi tra i due Paesi.

La posizione russa

Nel suo discorso, il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha affermato "che l'Occidente vede la contemporanea linea Russia-Cina come un ostacolo al mantenimento della propria influenza globale, e quindi usa l'Ucraina e Taiwan come scuse per azioni anti-Russia e anti-cinesi". Per il Ministro, una delle sue manifestazioni è "aggirare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e adottare sanzioni finanziarie ed economiche senza precedenti. Per questo motivo sono anche illegali". "Allo stesso tempo", ha aggiunto Lavrov "l'elenco delle questioni relative all'Ucraina e dello status politico di Taiwan e dei diritti umani, può continuare ad essere esteso, non per le sue ragioni, ma solo come scusa per Washington e per i suoi servitori per intraprendere azioni anti russe e anti cinesi. I governanti coloniali vedono la linea contemporanea di Russia e Cina come un ostacolo al mantenimento della loro influenza globale basata su ordini militari e politici, monopoli economici e tecnologici".

Lavrov, inoltre, ha sottolineato che "oggi i nostri due Paesi stanno vivendo rapidi e profondi cambiamenti dovuti alla transizione verso un nuovo mondo multipolare. E la Russia e la Cina stanno affrontando la più forte pressione dell'Occidente collettivo guidato dagli Stati Uniti".


Il vice ministro degli Esteri russo Alexander Ruchenko ha affermato "che Russia e Cina mantengono uno speciale spirito di amicizia. Sulla maggior parte delle questioni, le nostre posizioni sono coerenti o vicine. Ciò include una presa di posizione sulla situazione mondiale e una trasformazione di tutto ciò che sta accadendo. Comprende anche una valutazione degli eventi regionali, compresa la crisi in Ucraina. Capire le sue cause, le sue radici. La Cina non vede questo conflitto come un conflitto tra Russia e Ucraina, ma piuttosto ha una natura globale. Quello che mi fa più piacere è che in realtà abbiamo una lingua comune".


L'ambasciatore russo in Cina Igor Morgulov ha dichiarato che la Russia e la Cina hanno la "capacità di rompere congiuntamente i piani della NATO per le attività globali, anche nella regione dell'Asia-Pacifico". Morgulov ha affermato che "la crisi ucraina non è l'unica manifestazione delle ambizioni egemoniche degli Stati Uniti e dei suoi stati subordinati. La NATO guidata da Washington sta tentando di estendere le sue attività a livello globale, con l'intenzione di infiltrarsi nella regione dell'Asia-Pacifico, sforzandosi di dividere l'intero spazio dell'Europa e dell'Asia con una rete anche militare. Questo è un piano estremamente pericoloso, ma credo fermamente che Russia e Cina abbiano la capacità di lavorare insieme per attuare il loro piano".


La posizione cinese

Il Ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha sottolineato che di fronte a un mondo turbolento e in evoluzione, la Cina è "disposta a continuare a lavorare con la Russia per aderire al percorso di uno sviluppo inclusivo e vantaggioso per tutti". Qin Gang ha affermato che "dovremmo lavorare insieme per promuovere l'attracco e la cooperazione tra la costruzione congiunta della Belt and Road e l'Unione economica eurasiatica, garantire la stabilità e la fluidità della catena di approvvigionamento della catena industriale globale, promuovere congiuntamente la prosperità e lo sviluppo di paesi della regione [...] gli scambi culturali bilaterali e multilaterali".


Igor Ivanov, Presidente del comitato russo per gli affari internazionali, ha sottolineato "che oggi il mondo sta subendo cambiamenti nell'intero sistema di relazioni internazionali formatosi dopo la seconda guerra mondiale. I paesi che si oppongono a un mondo unipolare stanno lottando per un nuovo ordine mondiale, con una crescente coscienza nazionale e una transizione economica verso una nuova fondazione. In questa situazione, Ivanov ritiene che i due paesi stiano coordinando efficacemente le loro posizioni diplomatiche.


Gao Xiang, Presidente dell'Accademia cinese delle scienze sociali, ha detto che "Russia e Cina stanno percorrendo la strada della fiducia reciproca strategica e dell'amicizia di buon vicinato, stabilendo un nuovo tipo di relazione bilaterale. I due paesi non solo aderiscono alla politica di indipendenza, ma si sostengono anche a vicenda".


L'interdipendenza anche militare

L'interdipendenza, dunque, è la descrizione più accurata dell'attuale partenariato tra Russia e Cina poiché Pechino ha bisogno dell'energia russa, dell'assistenza con il suo programma nucleare civile, del sostegno delle Nazioni Unite, della cooperazione militare e di un'azione congiunta nell'Indo-pacifico.
Lo scenario migliore per la Cina, quindi, è uno status quo diplomaticamente accettabile che le consenta di perseguire i propri interessi in Europa e in Russia, preservando allo stesso tempo lo stato russo come una grande potenza.

Il 9 giugno scorso i Capi di Stato Maggiore di Russia e Cina, Valery Gerasimov e Liu Zhenli, hanno confermato la routinizzazione delle esercitazioni militari congiunte nell'Indo-Pacifico, a dimostrazione di un accordo di partnership a tutto tondo tra i due Paesi.

Putin e Xi hanno hanno quindi creato un partenariato strategico nel cuore dell'Eurasia.

L'amicizia "illimitata" tra i due leader, dichiarata ufficialmente al mondo il 24 febbraio 2022, segna l'inizio di una nuova era: il declino occidentale.


Non c'è dubbio su ciò, anche perché si riscontra una perfetta coincidenza tra i discorsi diplomatici ed i fatti oggettivi. E per comprendere ciò, è importante anche capire che si è sottoposti ad una eccezionale e costante campagna di influenza in cui i funzionari cinesi tendono a minimizzare l'importanza della partnership sino-russa per il pubblico europeo, sottolineandone invece il peso e la coerenza per quello cinese e russo.



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