Accordi a geometria variabile si stanno siglando sul piano militare tra alcuni paesi della Nato. Ma cosa c'è davvero dietro l'alleanza franco-greca? E' solo l'inizio di un mondo post-Nato?
di N. Iuvinale
L'annuncio nei giorni scorsi dell'accordo navale della Francia e del patto di difesa con la Grecia evidenzia un rapido processo di cambiamento nel contesto della sicurezza europea.
Dopo anni di trattative, il Ministero della Difesa greco ha affidato alla Francia e Paesi Bassi, Germania, Italia e Stati Uniti il ruolo di fornitori delle nuove navi militari della Marina ellenica.
Ciò è necessario stante il progressivo deterioramento della sicurezza nel Mediterraneo dovuto allo scontro tra la Grecia e la Turchia di Erdogan nel primato nell'Egeo.
La Francia è diventata oggi il più importante fornitore di armi della Grecia, in un momento in cui la probabilità di un conflitto aperto con la Turchia è maggiore di quanto non lo sia stata da decenni.
Ma, come con Aukus, il vero significato dell'accordo risiede nella creazione delle alleanze che lo sostengono.
L'intesa di "Partenariato strategico per la cooperazione in materia di difesa e sicurezza" firmata a Parigi contiene una clausola di mutua difesa tra Francia e Grecia nel caso in cui uno dei due paesi venga attaccato in qualsiasi parte del suo territorio, utilizzando "tutti i mezzi a loro disposizione, compresa, se necessario, la violenza armata”.
Così, la promessa francese di difendere la Grecia da un attacco del suo presunto alleato della Nato, la Turchia.
Lo scorso anno, quando i due paesi si sono trovati sull'orlo della guerra la Francia, unica tra tutti i paesi dell'UE e della NATO, ha sostenuto la Grecia, sia diplomaticamente che attraverso il dispiegamento nel Mediterraneo orientale della sua forza militare.
Con Macron, la Francia è diventata anche formalmente la “padrina” della Grecia.
Il Presidente francese, alla firma dell'accordo ha sostenuto che gli europei devono superare la loro ingenuità di fondo, diventando più severi, reagendo e dimostrando di avere il potere e la capacità di difendersi.
Ciò dimostra la necessità di rafforzarsi in Europa a fronte dello spostamento strategico dell'America verso il Pacifico, che comporterà inevitabilmente un minore coinvolgimento negli affari europei.
Per Macron l'autonomia strategica europea non sarebbe un sostituto della Nato, ma il rafforzamento del suo polo europeo attraverso l'autosufficienza.
Dopo l'accordo AUKUS e alle porte delle elezioni presidenziali del 2022 in Francia, Macron ha colto l'occasione per assumere il ruolo dominante della Francia nel fornire sicurezza del continente europeo.
Per la Grecia, comunque il paese rimane un "alleato forte e affidabile" all'interno del quadro NATO e che "dal 1952, la Nato è stata al centro dell'architettura di sicurezza e difesa della Grecia".
Resta, comunque, il rapporto problematico della Nato con la Turchia, fonte costante di crisi non solo per i suoi comportamenti aggressivi, ma anche per l'ambiguo rapporto con la Russia di Putin, dalla quale continua ad acquistare armamenti.
Infatti Erdogan in questi giorni si è incontrato nuovamente con Putin promettendosi anche reciproca collaborazione nella produzione di armamenti militari.
Ciò ha fatto agitare gli Stati Uniti tanto che, anche loro, stanno fornendo ulteriore assistenza militare alla Grecia anche attraverso l'apertura di nuove basi americane.
Inoltre, gli Stati Uniti stanno facendo di tutto per rafforzare la crescente rete di alleanze militari e diplomatiche tra la Grecia e i paesi mediorientali quali Egitto, Emirati Arabi Uniti, Israele e Arabia Saudita, tutti partner americani, e tutti uniti dalla comune antipatia per Erdogan.
A questo punto appare evidente che l'accordo tra Francia e Stati Uniti sia avvenuto con la protezione di Biden, il che potrebbe far presumere l'approvazione americana di una autonomia strategica europea.
Invero, questa, sotto la guida di Macron è passata come un mezzo per rafforzare la Nato e garantire la necessaria copertura agli Stati Uniti per consentirgli di concentrarsi principalmente sul Pacifico e sulla Cina.
Biden ha di fatto affidato alla Francia il ruolo di contenere Erdogan nel Mediterraneo orientale e in generale di sostenere la sicurezza dell'Europa.
E', da una prospettiva americana, l'equivalente europeo di AUKUS e non la sua antitesi, che demanda ad piccolo nucleo di paesi capaci la difesa e la sicurezza europea.
Ma, allora chiediamoci perché stanno nascendo queste nuove alleanze oltre la Nato.
Il patto franco-greco potrebbe rimanere una forma di alleanza sub-Nato anche nel futuro?
L'attuale struttura della NATO ostacolerebbe la capacità militare dell'Europa piuttosto che migliorarla?
L'autonomia europea, anche sul piano militare, è in competizione con l'alleanza o potrebbe salvare le relazioni transatlantiche.
Per ora, al di là, delle formali esternazioni dei vari leader, non possiamo concretamente rispondere.
L'alleanza transatlantica della Nato rimane, per ora, una pietra angolare della politica estera degli Stati Uniti, ma gli episodi AUKUS e il patto franco-greco evidenziano che non sarà più quella dominante.
Solo i prossimi decenni diranno se tutto ciò è solo l'inizio di un mondo post-Nato.
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