Le aziende che dimostreranno di essere impegnate a garantire la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dell'Europa, a proteggere i loro data center e le linee di fornitura dagli sconvolgimenti geopolitici saranno premiate dal mercato. Su questo "campo di battaglia" si sta giocando la sfida decisiva tra la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dell'Europa e l'interesse economico dei grandi gruppi; tuttavia, l'interesse nazionale, oltre ad avere un impatto geopolitico, è necessario per preservare l'intera economia statunitense (ed europea) dagli illegittimi attacchi del Partito Comunista Cinese attraverso il suo scorretto mercantilismo di stato, finalizzato a realizzare il "sogno di dominio globale" di Xi Jinping. Senza la tutela della sicurezza, nelle moderne democrazie, non vi sarebbe libero mercato e viceversa
N Iuvinale
Enormi navi portacontainer attraversano gli oceani del mondo, alcune viaggiano verso ovest, altre ad est. Sono un simbolo dell'interconnessione dell'economia moderna: giganteschi monumenti del commercio globale.
Le navi in viaggio verso il mondo occidentale trasportano prodotti fabbricati in Asia, diretti ai mercati americani ed europei. Quelle in viaggio verso l'Est, almeno molte di loro, trasportano spazzatura.
Le aziende che fanno affidamento su determinati paesi asiatici per le loro linee di approvvigionamento dovranno affrontare continue sfide, perché gli stress geopolitici, per non parlare delle pandemie globali, causeranno continue carenze di approvvigionamento. Oltre a causare danni economici, queste carenze rappresentano una minaccia diretta per gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, dell'Unione Europea e dell'Italia.
L'eccessiva dipendenza degli Stati Uniti e dell'Europa dall'Asia è molto più evidente nel mercato globale dei chip per computer.
Attualmente, il 75% della fornitura mondiale di chip statunitense viene prodotta in Asia, lasciando gli Stati Uniti scoperti dalle fluttuazioni
della loro disponibilità, dovute a fattori quali stress economici e tensioni geopolitiche.
Per un rapido esempio di come potrebbero apparire tali interruzioni, guardiamo il mercato delle auto nuove. La massiccia interruzione nella catena di approvvigionamento dei chip, ha portato ad una grave carenza delle loro scorte e a un calo del 14% delle vendite, causando una grave perdita nell'economia americana ed europea.
Tuttavia, il libero mercato si sta facendo avanti e sta affrontando questa minaccia.
Intel ha annunciato a marzo che prevede di investire 20 miliardi di dollari per due nuovi impianti di produzione in Arizona. Il mercato ha immediatamente premiato Intel con un aumento del 3,6% del prezzo delle sue azioni.
Il mercato ricompenserà inevitabilmente anche le altre aziende che sfrutteranno le soluzioni nazionali per attenuare le minacce alla catena di approvvigionamento, una volta che queste saranno delineate sull'impatto aziendale.
Economicamente, gli Stati Uniti mantengono un deficit commerciale con l'Asia, in particolare con la Cina.
Importano molto più di quanto esportano, come hanno fatto per decenni. Allo stesso tempo, le azioni correttive, come i dazi imposti dall'amministrazione Trump stanno creando un freno all'economia. Ora, quasi tre dozzine di gruppi commerciali chiedono all'amministrazione Biden di rinnovare i colloqui commerciali con la Cina e di revocare tali tariffe. Significativamente, tra coloro che cercano sollievo ci sono rappresentanti dell'industria manifatturiera di chip.
Su questo "campo di battaglia" si sta giocando la sfida decisiva tra la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e l'interesse economico dei grandi gruppi; tuttavia, l'interesse nazionale, oltre ad avere un impatto geopolitico, è necessario per preservare l'intera economia statunitense (ed europea) dagli illegittimi attacchi del Partito Comunista Cinese attraverso il suo scorretto mercantilismo di stato, finalizzato a realizzare il "sogno di dominio globale" di Xi Jinping.
Senza la tutela della sicurezza nazionale, nelle moderne democrazie, non vi sarebbe libero mercato e viceversa.
Per un esempio di come appaiono le interruzioni della catena di approvvigionamento in un altro settore, prendiamo la recente interruzione nella catena di approvvigionamento dell'assistenza sanitaria negli Stati Uniti.
La maggior parte dei dispositivi di protezione individuale (DPI) è prodotta in Cina grazie al beneficio della riduzione dei costi dei produttori americani. Lo sfortunato effetto collaterale è stata una drammatica carenza di maschere N95 e altri DPI durante l'impennata iniziale della pandemia di COVID-19, quando l'America ne aveva più bisogno.
Semplicemente non sono stati in grado di produrre internamente per soddisfare la loro domanda.
Per quanto riguarda le navi portacontainer piene di spazzatura che viaggiano verso est, il pericolo crescente sono i rifiuti elettronici che, se non smaltiti correttamente, consentono ai malintenzionati di estrarre dall'elettronica i dati sensibili.
C'è una tendenza crescente della criminalità organizzata ad utilizzare i bambini lavoratori per tale "scavenging di dati", mettendo persone e istituzioni a rischio di furto di identità e perdita di dati.
C'è anche il rischio che i componenti contraffatti tornino negli Stati Uniti e in Europa nell'elettronica sensibile. Dato che gli Americani si affidano sempre di più a determinati paesi asiatici per raccogliere i loro rifiuti e materiali riciclabili, si aprono al rischio di "spedire letteralmente i loro segreti all'estero per essere danneggiati da gruppi criminali".
Ma non solo sono coinvolti i gruppi criminale: anche la Cina e il PCC sono molto interessati ai "segreti" americani ed europei, che finiscono nella spazzatura elettronica spedita in Asia.
Per ulteriori prove dell'eccessiva dipendenza statunitense dall'Asia, bisogna guardare dove molte aziende tecnologiche collocano i loro data center. Il loro mercato nel sud-est asiatico sta attualmente crescendo di quasi il 10% all'anno e presto eclisserà quello degli Stati Uniti.
Una società, Zoom, ha già ammesso che i dati dei suoi utenti americani venivano instradati attraverso l'Asia e si è impegnata a interrompere il processo.
Quante altre aziende metteranno presto i propri dati a rischio a causa delle pressioni geopolitiche?
Fortunatamente, per ogni problema, si profila una soluzione.
In questo caso, ancora una volta, potrebbe restare nel libero mercato adattarsi alle circostanze attuali e sviluppare una soluzione.
Oggi l'interesse privato del libero mercato, dovrebbe coincidere con quello nazionale, perché senza una economia nazionale protetta dall'interesse nazionale, verrebbe meno anche lo stesso libero mercato.
In pratica, questo deve iniziare a reagire e autoproteggersi, anche in autonomia.
Una delle tendenze più "hot" nell'America di oggi (anche dell'Europa e dell'Italia) è il passaggio ad una maggiore trasparenza aziendale, attraverso l'adozione di report sull'impatto aziendale.
Questi, oggi, forniscono una visione microscopica di come funzionano le aziende, a cosa danno la priorità e dove risiedono le loro priorità.
Tuttavia, il rapporto sull'impatto aziendale attualmente non analizza l'impegno di un'azienda per la sicurezza nazionale, la forza della sicurezza dei suoi dati o l'indipendenza delle sue catene di approvvigionamento. E qui, entra in gioco anche l'analisi dei rischi geopolitici, che dovranno essere necessariamente discussi nei CdA ed analizzati attraverso una adeguata compliance.
Larry Fink di BlackRock ha già chiesto uno standard di rendicontazione universale per affrontare le iniziative di sostenibilità, nell'ambito di un quadro di rendicontazione standard.
Si dovrebbe fare un ulteriore passo avanti e chiedere la pubblicazione dei rischi per la sicurezza nazionale e le catene di approvvigionamento, che sono essenziali per comprendere l'impegno di un'azienda a protezione degli interessi nazionali degli Stati Uniti e dell'Europa.
Torniamo alla carenza di DPI al culmine della pandemia di COVID-19. Ancora una volta, il libero mercato si è fatto avanti per colmare il divario e affrontare il problema, trasformando le linee di produzione per la produzione di scarpe e altri articoli in linee di produzione per la produzione di DPI.
Ancora e ancora, il libero mercato sta dimostrando di essere disposto a farsi avanti e risolvere grandi problemi.
La sicurezza nazionale e la vitalità economica dell'America e dell'Europa sono oggi chiaramente compromesse, ma il loro futuro, su questo fronte, potrà essere più luminoso, non più debole.
Le aziende che dimostreranno di essere impegnate a garantire la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dell'Europa, a protezione dei loro data center e delle supply chains, dagli sconvolgimenti geopolitici saranno premiate dal mercato. Ancora più importante, i clienti ricompenseranno le aziende con un interesse dimostrato per la sicurezza nazionale del loro paese americano ed europeo.
Il risultato finale?
Forza nella produzione statunitense ed europea, forza nelle loro economie e forza nel loro impegno nei confronti dei lavoratori americani ed europei.
La Cina non è nostra alleata: è un nemico strategico.
"Le minacce che affrontiamo sono globali e interconnesse". E hanno una sorta di centro di gravità permanente: "Gli attori autoritari" che "sfidano i nostri interessi, i nostri valori e il nostro stile di vita democratico" con "sofisticate capacità convenzionali, nucleari e missilistiche, con poca trasparenza o rispetto per le norme e gli impegni internazionali". La guerra e i conflitti, però, non sono più come quelli del XX secolo. O almeno non lo sono tutti.
"La Repubblica Popolare cinese impiega una vasta gamma di strumenti politici, economici e militari per aumentare la sua impronta globale e il suo progetto di potere, pur rimanendo opaca nella sua strategia, nelle intenzioni e nell'accumulo militare".
L'obiettivo di Pechino è "controllare settori tecnologici e industriali, infrastrutture critiche, materiali strategici e catene di approvvigionamento. Usa la sua leva economica per creare dipendenze strategiche e migliorare la sua influenza. Si sforza di sovvertire l'ordine internazionale basato sulle regole, anche nei settori spaziale, cibernetico e marittimo".
Così in nuovo "Strategic Concept" della Nato aggiornato nel giugno di quest'anno.
Anche questo tema è trattato nel libro/saggio sulla Cina di Xi Jinping, scritto da Nicola e Gabriele Iuvinale, che uscirà a settembre, con la preziosa prefazione dell'Ambasciatore ed ex Ministro Giulio Terzi di Sant'Agata e la pregevole copartecipazione dell'Editore Antonio Stango.
Il libro sarà solo il passo iniziale.....
Scatena di nuovo il potere del libero mercato, migliora la trasparenza aziendale attraverso un'ampia reportistica sull'impatto aziendale e dai dimostrazione della rinascita dell'empowerment economico americano ed europeo.
Stay tuning....
Fonte: The National Interest.
L'Ambasciatrice Paula J. Dobriansky, Ph.D. è l'ex sottosegretario di Stato per gli affari globali; Senior Fellow, Harvard University Belfer Center for Science & International Affairs; e vicepresidente, Scowcroft Center for Strategy & Security (Consiglio atlantico). È membro del Leadership Council di Concordia.
Nate Morris è Presidente e CEO di Rubicon, si occupa di rifiuti digitali e riciclaggio, membro di Business Leaders for National Security (BENS). È Senior Advisor presso lo Scowcroft Center for Strategy & Security (Consiglio atlantico).
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