La Russia ha perso la battaglia per la conquista di Kiev e ha pagato un prezzo altissimo di perdite, come qualsiasi esercito in ritirata. Ma la guerra stessa è tutt'altro che finita e si sta sviluppando altrove in Ucraina. L'ISW, "Institute for the study of war", scrive: Putin potrebbe intensificare il suo sforzo bellico con altri mezzi e, se dovesse farlo, entreremmo in un futuro inesplorato, come accade normalmente quando le guerre sfuggono al loro controllo. E, allora, sarebbe solo la fase iniziale di una tragedia più grande
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Secondo il daily report of the independent US-based Institute for the Study of War (ISW) con sede negli Stati Uniti, la spinta dell'esercito russo si concentra ora nell'Ucraina orientale e meridionale, dove ha ottenuto importanti conquiste territoriali lungo le coste del Mar d'Azov e del Mar Nero.
Queste consolidano l'annessione della Crimea alla Russia e minacciano la perdita di Odessa, il principale porto marittimo dell'Ucraina.
Dal momento che Vladimir Putin non ha mai stabilito precisi obiettivi di guerra, è possibile che la spinta verso Kiev sia stata "una finta" – anche se è costata caro al suo esercito in vite e credibilità – mentre le sue forze si sono mosse pesantemente contro i veri obiettivi a est e a sud.
Con la ritirata russa, la guerra è entrata in una fase di estrema crudeltà: i russi sono accusati di aver massacrato civili e commesso altri crimini di guerra.
Le smentite russe vengono chiaramente ignorate, ma la verità delle accuse, che ancora non posso essere verificate in modo "indipendente", è comunque fuori questione.
Crescenti sono anche le conseguenze economiche in Europa, derivanti dalle sanzioni imposte alla Russia.
Per ora sono evidenti soprattutto alla pompa di benzina e nelle bollette dell'elettricità.
I prezzi dell'energia al consumo sono in aumento, nonostante le continue forniture di petrolio e gas russo da cui dipendono i paesi dell'UE.
Molto peggio dovrà venire, come testimoniano i mercati delle materie prime.
La questione per i governi occidentali è: per quanto tempo riusciranno a sopportare il sacrificio economico di sostenere l'Ucraina?
L'Ucraina è oggettivamente "una pedina" nello sforzo degli Stati Uniti per rimuovere Putin dal potere e distruggere la Russia.
Va da sé, che più a lungo Putin sarà costretto a combattere, maggiore sarà la tentazione di usare armi nucleari o biochimiche.
Gli avvertimenti del presidente Biden di non usarle non lo scoraggeranno più di quanto abbiano scoraggiato la sua invasione il 24 febbraio.
Gli Stati Uniti stanno combattendo la guerra in sicurezza dagli uffici di Washington.
La Russia la sta combattendo sul campo e la sua credibilità, come superpotenza, dipenderà, almeno all'apparenza, da una vittoria sul campo.
La valutazione dell'ISW sulle prestazioni dell'esercito russo nella guerra convenzionale, conferma che la Russia non sarebbe all'altezza della Nato, se non fosse per il suo arsenale nucleare.
L'ISW, citando lo stato maggiore ucraino, ha affermato che la ritirata russa da Kiev è stata disordinata, che le unità dell'esercito stanche avrebbero avuto bisogno di tempo per riprendersi e che alcuni soldati si erano anche rifiutati di combattere, mentre altri avevano ucciso i loro ufficiali.
L'istituto di ricerca ha sottolineato che queste affermazioni non erano verificate ma, se fossero vere, farebbero facilmente presagire che Putin intensificherà il suo sforzo bellico con altri mezzi.
Se dovesse farlo e se Biden insistesse nel perseguire la sconfitta sia di Putin che della Russia, entreremmo in un futuro inesplorato, come accade quando le guerre sfuggono al loro controllo.
Putin ha più volte detto che la Russia sarebbe stata costretta ad iniziare la guerra per impedire all'Ucraina di aderire alla Nato e per elidere la minaccia della coalizione, sul confine occidentale della Russia.
Questi obiettivi, oggi, sono stati persi di vista e le implicazioni della crisi geopolitica si sono estese ben oltre l'Ucraina.
Esperti di relazioni estere parlano della possibilità che un'altra guerra mondiale si crei spontaneamente, che la situazione possa sfuggire di mano, come accadde nel 1914.
Lo storico Niall Ferguson ha sostenuto su Bloomberg:
"Anche ora, dopo cinque settimane di guerra, notevoli per l'eroico successo dei difensori ucraini contro gli invasori russi, non riesco ancora a liberarmi della sgradevole sensazione che questo sia solo la fase iniziale di una tragedia più grande".
Questo pessimismo, si giustifica quando una parte in guerra possiede armi nucleari (e l'altra no) e forse avrebbe anche la volontà di usarle: il che rende il mondo un posto molto più pericoloso di quanto non lo sia stato dalla crisi dei missili cubani nel 1962.
Incredibilmente, Biden sta per firmare un accordo con l'Iran che gli consentirà di diventare una "potenza nucleare legale", in una regione in cui già tormenta i suoi vicini, minaccia le forniture energetiche dell'Occidente, ed è molto vicina alla Cina.
E se Pechino decidesse di sfruttare l'impegno dell'Occidente nell'Europa centrale, portando avanti il suo piano per attaccare Taiwan?
Abbiamo ancora tempo per contenere la guerra ucraina, prima che Putin si spinga ad un passo successivo potenzialmente irreversibile: la fine della deterrenza nucleare assoluta.
Ma quel tempo sta finendo e le conseguenze sconosciute sembrano sempre più spaventose.
Fonte: understandingwar
Scarica il rapporto completo ISW
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