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Indo-Pacifico: prosegue la militarizzazione dell'area per contenere uno Xi sempre più aggressivo

Mentre Pechino dichiara di sentirsi accerchiata, Xi ordina alle Forze Armate di prepararsi alla guerra. La US Air Force, nel frattempo, organizza un'esercitazione senza precedenti, con il Giappone che assicurerà un punto stabile per la manutenzione dell'F-35


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G e N Iuvinale


Xi ordina alla PLA di essere pronta alla guerra

"Si è formato un accerchiamento strategico e repressivo attorno alla Cina", scrive il Global Time in un editoriale pubblicato ieri, 14 luglio. "La sicurezza nazionale della Cina deve affrontare sfide sempre più gravi, con l'esercito americano che ha riversato le sue risorse nel tentativo di competere e contenere la Cina, stringendo alleanze e formando cricche tra cui il QUAD e l'AUKUS che prendono di mira la Cina", aggiunge il quotidiano del PCC. E per questo, continua l'editoriale, Xi Jinping ha ordinato alla PLA di prepararsi alla guerra.


In verità, da quando Xi Jinping è salito al potere dieci anni fa, ha sempre ripetuto il mantra di "concentrarsi sui praparativi bellici e sulle guerre", impegnandosi a trasformare la PLA in una forza di “livello mondiale” entro la metà del XXI secolo.


Lui, il Capo supremo della Cina, vuole infatti l'egemonia globale non solo negli affari economici, ma anche nel campo militare.


Soprattutto dagli ultimi due Congressi del Partito Comunista Cinese (PCC), il XIX e il XX, il Segretario del PCC si è sempre più impegnato nella militarizzazione del Paese, aggiungendo che l’esercito sarebbe diventato una forza completamente meccanizzata con un aumento significativo delle “capacità strategiche” entro il 2020 ed un esercito “sostanzialmente moderno” entro il 2035. Il suo ambizioso fine è completare una trasformazione della PLA e della Polizia Armata Popolare in “forza di livello mondiale entro il 2049, il 100° anniversario della fondazione della RPC”.


Questi concetti sono ampiamente descritti anche nel libro bianco del 2019 dal tittolo China's National Defense in the New Era che delinea la strategia di competizione tra grandi potenze nella logica autoritaria di Xi.

È questa la ragione per cui Pechino continua a destinare ampie risorse finanziarie alla modernizzazione militare. Dal 2002 il suo bilancio per la difesa è secondo solo a quello degli Stati Uniti, con una spesa complessiva aumentata di quasi otto volte negli ultimi due decenni. Attualmente, tale spesa si attesta ad oltre il 7% del PIL ed è destinata a crescere ulteriormente negli anni a venire, nonostante la Cina non goda più una crescita economica a doppia cifra.

Ma Xi vuole assicurarsi il superamento dela dimensione continentale delle Forze Armate anche per altro verso: risolvere le controversie territoriali con mezzi che si pongono al di fuori del confine della legità internazionale.


Difatti, da quando ha assunto la guida delle Forze Armate, il Segretario del PCC ha adottato un approccio sempre più coercitivo per affrontare diverse controversie su questioni marittime e sulla proprietà di giacimenti offshore potenzialmente ricchi di petrolio e di gas.


Il riferimento alla sola Taiwan sarebbe fin troppo riduttivo. Si pensi alle controversie con le Filippine, con il Giappone, con l'India e il Bhutan.


Per questo, la Cina ricorre a tattiche da conflitto armato e calibra le sue attività coercitive al di sotto della soglia di provocazione di un conflitto armato. Queste pratiche sono particolarmente evidenti nel perseguimento delle rivendicazioni territoriali e marittime nei mari della Cina meridionale ed orientale e, come detto, lungo il confine con l’India e con il Bhutan.


Tale atteggiamento sempre più aggressivo, dimostra una marcata volontà di espansionismo contraria al diritto internazionale universalmente riconosciuto.

Xi Jinping ha più volte ricordato di volere una PLA pronta da subito alla guerra, in particolare nel Teatro Orientale.


Per questo, a meno di un mese dal 96° anniversario della fondazione dell'Esercito popolare cinese di liberazione (PLA), il 6 luglio scorso ha ispezionato nuovamente il quartier generale del comando del teatro orientale della PLA, sottolineato nuovamente gli sforzi per la preparazione alla guerra.



Foto: Xinhua

Xi, in particolare, ha sottolineato la necessità del "rafforzamento dell'addestramento e della prontezza al combattimento e l'accelerazione della trasformazione per aumentare i livelli di modernizzazione delle forze armate su tutti i fronti".


L'Eastern Theatre Command, per intenderci, è la forza militare che si occupa direttamente dell'isola di Taiwan.


Zhao Xiaozhuo, un ricercatore presso l'Accademia cinese delle scienze militari, ha anche dichiarato che la PLA ha ormai dimostrato che può formare un blocco per tagliare le vie di approvvigionamento energetico, quelle di rinforzo e di fuga delle forze di "indipendenza di Taiwan", così come le loro speranze per il rafforzamento militare degli Stati Uniti.


La PLA, dunque, sarebbe già pronta per un'invasione dell'isola.


Xi ha ispezionato anche la Marina del comando del teatro meridionale l'11 aprile scorso, ordinando ai militari di difendere risolutamente la sovranità territoriale della Cina, i diritti e gli interessi marittimi e di sforzarsi di mantenere la stabilità generale delle regioni limitrofe del Paese.


Anche in una precedente ispezione del 18 gennaio scorso, Xi ha parlato con i soldati di diverse truppe impegnate in compiti di difesa del confine, difesa costiera e difesa aerea, invitandoli "ad adempiere ai loro doveri di prontezza al combattimento".


L'esercitazione di manovra multinazionale della US Air Force

Intanto, dal 5 luglio (e fino al prossimo 21 luglio) nell'Oceano Pacifico si sta svolgendo l'esercitazione denominata "Mobile Guardian 23" organizzata dalla US Air Force.


Anche se si tratta di un'esercitazione multinazionale di proiezione di forze congiunte tenuta dall'Air Mobility Command della US Air Force ogni due anni, quella di quest'anno presenta una scala di intervento senza precedenti.


Sette Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Giappone e Francia, hanno inviato, infatti, più di 70 aerei da trasporto e aerei cisterna, come gli aerei da trasporto C-17, C-130J, A400M e la "petroliera" KC-46. Più di 3.000 persone sono coinvolte nell'esercitazione che si svolge su un'area che va dall'Australia settentrionale alle Hawaii, coprendo più di 4.500 chilometri.





Essendo l'unica esercitazione speciale di trasporto aereo congiunto attualmente tenuta dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, essa si concentra sulle operazioni di supporto ai trasporti di emergenza nel contesto di un conflitto, tra cui il trasporto aereo a lungo raggio, il rifornimento aereo, l'evacuazione aeromedica, il supporto mobile globale e gli aiuti umanitari.


In particolare, uno degli obiettivi chiave della Mobile Guardian 23 è integrare le capacità di trasporto aereo degli Stati Uniti e dei suoi alleati per migliorare l'efficienza complessiva dei trasporti nella regione.


L'aeronautica americana, inoltre, starebbe valutando la possibilità di trasformare la "Mobile Guard" in un'esercitazione annuale e di tenerla regolarmente nella regione dell'Asia-Pacifico.


Anche gli USA, dunque, si preparano ad un'eventuale conflitto locale.


Va ricordato, poi, che il mese scorso gli Stati Uniti hanno condotto nell'area dell'Indo-Pacifico diverse esercitazioni a fuoco vivo, come quella con la Corea del Sud (chiamata "Soppressione del nemico con potenza di fuoco coordinata"), con il Giappone (definita "Noble Rabid Dog"), con Giappone, Australia e Canada ed infine una di difesa aerea denominata "Scudo elastico" sempre con il Giappone.


Le forze armate statunitensi, inoltre, continuano ad aumentare il proprio dispiegamento militare nella regione dell'Asia-Pacifico. La Marina, ad esempio, è sistematicamente presente con due gruppi di portaerei, la "Reagan" e la "Nimitz". A sua volta, il Corpo dei Marines prevede di formare un Littoral Combat Regiment a Okinawa, in Giappone. Infine, nell'area sono presenti anche 52 bombardieri ed ulteriori aerei da combattimento, come F-22 e F-35.


La costruzone del primo centro di manutenzione del motore F-35 in Giappone

Dopo anni di preparativi, il 30 giugno scorso, la società giapponese IHI ha inaugurato la struttura di manutenzione del motore da combattimento F-35 presso la sua fabbrica Mizuho a Tokyo.


Attualmente, gli Stati Uniti e alleati schierano nella regione indo-pacifica principalmente velivoli F- 35A e una piccola quantità di F-35B. Con l'apertura della fabbrica Mizuho, ​​l'unico centro di manutenzione dell'F-35 presente in Asia, i suoi principali clienti saranno gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea del Sud e l'Australia.


All'estero, i centri di manutenzione per l'F-35 sono presenti in Italia e nel Regno Unito, mentre ci sono punti di ispezione speciali in Svezia e Finlandia ed un centro di manutenzione della cellula F-35 in Giappone. Tale centro si trova nello stabilimento Mitsubishi Heavy Industries Komaki South nella prefettura di Ehime che è il sito di produzione del primo F-35A autoassemblato del Giappone. Entrato in funzione nel 2021, attualmente ha un ordinativo annuale medio di circa 30 aeromobili.





Partecipare alla missione di manutenzione dell'F-35 può portare profitti all'industria militare giapponese e allo stesso tempo potrebbe guidare lo sviluppo di altre tecnologie e di industrie correlate nel settore aeronautico.


Inoltre, il Giappone sta attualmente collaborando con il Regno Unito e l'Italia per sviluppare una nuova generazione di aerei da combattimento. L'istituzione del nuovo centro di manutenzione, dunque, potrà fornire anche un punto di riferimento per lo sviluppo dei nuovi aerei da combattimento giapponesi.


L'aumento del dispiegamento dell'F-35 nel Pacifico

La portata del dispiegamento dell'F-35 nel Pacifico occidentale ha continuato ad espandersi. Il Corpo dei Marines degli Stati Uniti ha più di 30 F-35B di stanza nella base di Iwakuni in Giappone. All'inizio di quest'anno, la US Air Force ha schierato 12 F-35A a Okinawa per sostituire i vecchi F-15. Di recente, ha inviato altri 12 F-35A ad Okinawa in occasione dell'esercitazione militare "Northern Edge".


La Corea del Sud ha introdotto e schierato 40 F-35A che hanno già una reale capacità di combattimento. La Japan Air Self-Defense Force ha in programma di introdurre e autoassemblare 105 F-35A e 42 F-35B; attualmente 34 sono stati schierati alla base di Sanze. Il Ministero della Difesa del Giappone ha anche annunciato che stanzierà gli F-35 nelle basi di Nittahara e Komatsu.


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