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Oggi, 25 febbraio, il Procuratore della Corte penale internazionale (CPI), Karim Khan, ha espresso la sua preoccupazione per l'invasione russa dell'Ucraina ed ha affermato che la
Corte potrebbe indagare su possibili crimini di guerra nel Paese.
Questa la dichiarazione ufficiale:
Durante la missione in Bangladesh, ho seguito da vicino i recenti sviluppi in Ucraina e dintorni con crescente preoccupazione.
Ricordo a tutte le parti che conducono ostilità sul territorio dell'Ucraina che, in base alla dichiarazione depositata l'8 settembre 2015, accettando la giurisdizione della Corte penale internazionale ("CPI" o "Corte"), il mio Ufficio può esercitare la propria giurisdizione e indagare su qualsiasi atto di genocidio, crimine contro l'umanità o crimine di guerra commesso nel territorio dell'Ucraina dal 20 febbraio 2014 in poi.
Chiunque commette tali reati, anche ordinando, istigando o contribuendo in altro modo alla commissione di tali reati, può essere perseguito dinanzi al Tribunale, nel pieno rispetto del principio di complementarità. È imperativo che tutte le parti in conflitto rispettino i propri obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale.
Il mio Ufficio ha inoltre ricevuto numerose domande sulle modifiche allo Statuto di Roma in relazione al reato di aggressione , entrato in vigore nel 2018, e sull'applicazione di tali modifiche alla situazione attuale. Dato che né l'Ucraina né la Federazione Russa sono Stati Parte dello Statuto di Roma, la Corte non può esercitare la giurisdizione su questo presunto reato in questa situazione.
Il mio ufficio continuerà a monitorare da vicino la situazione in Ucraina. Nell'esercizio indipendente e imparziale del suo mandato, l'Ufficio rimane pienamente impegnato nella prevenzione dei reati di atrocità e nel garantire che i responsabili di tali reati siano ritenuti responsabili.
Dopo il mio ritorno all'Aia, intendo rilasciare una dichiarazione più dettagliata sulla situazione in Ucraina, fornendo chiarezza sulla mia valutazione e sui prossimi passi che prevedo in relazione a questo fascicolo.
A seguito dell'annessione russa della Crimea nel marzo 2014 e dei successivi combattimenti nell'Ucraina orientale tra ribelli filo-russi e forze governative ucraine, l'Ucraina ha accettato la giurisdizione della CPI per crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi sul suo territorio dal febbraio 2014.
Nel dicembre 2020, l'ufficio del pubblico ministero ha annunciato di avere motivo di credere che crimini di guerra e altri crimini siano stati commessi durante il conflitto nell'Ucraina orientale.
L'istruttoria è stata chiusa, ma non è stata ancora depositata una richiesta formale ai giudici di aprire un'indagine completa. I giudici devono essere d'accordo prima che un'indagine possa essere aperta.
L'indagine preliminare presso la CPI - Il caso Ucraina
Il 17 aprile 2014, l'Ucraina ha depositato una dichiarazione ai sensi dell'articolo 12, paragrafo 3, dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, accettando la giurisdizione della Corte sui presunti reati commessi sul suo territorio dal 21 novembre 2013 al 22 febbraio 2014.
L'8 settembre 2015, il Governo ucraino ha depositato una seconda dichiarazione ai sensi dell'articolo 12, paragrafo 3, dello statuto, accettando l'esercizio della giurisdizione della CPI in relazione a presunti reati commessi sul suo territorio dal 20 febbraio 2014 in poi, senza fine.
Il 25 aprile 2014, l'Ufficio del Procuratore della CPI ha aperto un esame preliminare sulla situazione in Ucraina, tr al'altro sui presunti reati verificatosi dopo il 20 febbraio 2014 in Crimea e nell'Ucraina orientale. (ulteriori informazioni al riguardo sono reperibili nella Relazione sulle Attività di Esame Preliminare pubblicata dall'OTP nel dicembre 2017).
Va detto che anche se l'Ucraina non è uno Stato parte dello Statuto, ai sensi delle due dichiarazioni di cui all'articolo 12, paragrafo 3, depositate dal Governo ucraino il 17 aprile 2014 e l'8 settembre 2015, la Corte può esercitare la giurisdizione ex Statuto di Roma sui reati commessi sul territorio dell'Ucraina dal 21 novembre 2013 in poi.
L'11 dicembre 2020 il pubblico ministero ha annunciato il completamento del suo esame preliminare della situazione in Ucraina, concludendo che vi sono ragionevoli basi per ritenere che fossero stati commessi crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
L'esame preliminare si è concentrato inizialmente sui presunti crimini contro l'umanità commessi nel contesto delle proteste che hanno avuto luogo a Kiev e in altre regioni dell'Ucraina tra il 21 novembre 2013 e il 22 febbraio 2014. Tuttavia, a seguito di una nuova istanza dell'Ucraina del 2015, l'Ufficio ha deciso di estendere l'ambito temporale dell'esame preliminare fino ad includervi eventuali reati commessi nel territorio dell'Ucraina dal 20 febbraio 2014 in poi.
L'Ufficio ha concluso che vi è una base ragionevole per ritenere che sia stata commessa un'ampia gamma di comportamenti gravi che costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Dopo aver esaminato l'esistenza e l'autenticità dei procedimenti nazionali, l'Ufficio ha altresì ritenuto che i presunti reati individuati fossero attualmente ammissibili, e quindi vi fosse una ragionevole base per le indagini, previa autorizzazione giudiziaria.
Il prossimo passo del procedimento giudiziario, come detto, è richiedere l'autorizzazione alla Camera preliminare per aprire un'indagine sulla situazione in Ucraina. Nel frattempo, come si legge nella pagina ufficiale della CPI, l'Ufficio continua ad adottare misure per preservare l'integrità di qualsiasi futura indagine sulla situazione in Ucraina.
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