Si tratta del primo addestramento aereo congiunto tra Giappone e Italia che ha visto le due forze aeree collaborare per condividere "competenze ed esperienze operative" nell'Asia-Pacifico, area definitivamente inclusa nella copertura militare italiana
G e N Iuvinale
Si è conclusa la missione che ha visto velivoli e personale dell’Aeronautica Militare italiana addestrarsi insieme alla Kōkū Jieitai, la Forza aerea di autodifesa giapponese (Japan Air Self-Defense Force – JASDF).
Il viaggio di ritorno, iniziato mercoledì 9 agosto, ha toccato Clark (Filippine), Singapore, Malé (Maldive) e Doha (Qatar), per poi concludersi nelle diverse basi di provenienza dei velivoli italiani, nello specifico Pratica di Mare per i tre KC-767A e per il G-550 CAEW del 14° Stormo, Amendola e Ghedi per i quattro F-35A (tre del 32° e uno del 6° Stormo) e Pisa per i due C-130J della 46a Brigata Aerea.
Le attività di "rischieramento", supportate anche dal 3° Stormo di Villafranca per il Combat Service Support e dall’European Air Transport Command (EATC) per gli aspetti di trasporto e rifornimento in volo, erano iniziate lo scorso 30 luglio per concludersi il 4 agosto con l’arrivo presso la base aerea di Komatsu, nella prefettura di Ishikawa.
Secondo l'Aeronautica Militare, "la pianificazione logistica avanzata ha consentito di proiettare l’operatività della Forza Armata ad oltre 10.000 km da casa, dimostrando grande competenza in ambito air expeditionary e capacità di Comando e Controllo 'lontano'”.
Ma questo è stato anche un test per dimostrare come la regione dell'Asia-Pacifico sia stata inclusa nella copertura militare italiana.
L’Italia ha portato in Giappone velivoli dalle caratteristiche di impiego molto diverse: caccia di 5^ generazione F-35, i tanker KC-767A, il nuovissimo CAEW (Conformal Airborne Early Warning) G-550 e i velivoli da trasporto tattico C-130J.
L’attività addestrativa, con gli assetti italiani al fianco di quattro F-15 del 6th Wing di Komatsu, a loro volta supportati da un KC-767 del 1st Tactical Airlift Group, ha visto piloti, operatori di volo e tecnici delle due Forze Armate confrontarsi, mettendo a fattor comune competenze e obiettivi addestrativi– soprattutto in termini di interoperabilità – per condividere tecniche, tattiche e procedure operative.
Anche questa attività addestrativa rientra nell’ambito dei più ampi rapporti di collaborazione tra Italia e Giappone, che includono l’accordo tra Aeronautica Militare e Japan Air Self-Defense Force per la formazione di student pilot presso l’International Flight Training School (IFTS), situata a Decimomannu, in Italia.
Foto: Ministero Difesa - Aeronautica Militare
Accolto in Giappone dal Col. Atsushi Miyake del Flight Group Commander della JASDF, il Col. Luca Crovatti, Mission Commander del rischieramento italiano, ha sottolineato la valenza simbolica del viaggio, che per la prima volta era stato fatto nel 1920 dai piloti Arturo Ferrarìn e Guido Masiero a bordo di biplani SVA, e che quest’anno ha visto l’Aeronautica Militare portare nel Paese – come prima nazione europea – i caccia di quinta generazione F-35.
"Italia e Giappone hanno un ruolo rilevante in questo programma, essendo gli unici ad avere una Final Assembly and Check Out (FACO) facility al di fuori degli Stati Uniti", come ricordato in conferenza stampa anche dal Gen.S.A. Alberto Biavati, Comandante della Squadra Aerea, presente in Giappone per sottolineare il valore dell’esercitazione all’interno del rapporto di cooperazione tra le due Forze Armate.
Anche l’Ambasciatore d’Italia in Giappone Gianluigi Benedetti ha rimarcato come la collaborazione in materia di sicurezza e difesa sia uno dei pilastri del rapporto tra Italia e Giappone, confermato dall’intensificazione del dialogo politico e dalla partecipazione – insieme al Regno Unito – al programma di sviluppo del caccia di nuova generazione GCAP (Global Combat Air Programme).
“Sono venuto per salutare e complimentarmi con i nostri piloti e avieri – ha detto l’Ambasciatore al personale schierato in occasione della sua visita a Komatsu – che, grazie alla loro presenza qui, consolidano e rafforzano ulteriormente questa collaborazione e testimoniano l’impegno concreto dell’Italia a stare al fianco del Giappone, un partner strategico del G7, a tutela di valori, principi, regole e interessi condivisi per assicurare pace, stabilità e sviluppo in Europa, nel bacino Mediterraneo e nell’Indo-Pacifico”.
Per celebrare questo incontro, la JASDF ha dedicato la livrea di uno degli F-15 al Centenario dell’Aeronautica Militare.
“Questa esercitazione – ha sottolineato il Gen.S.A. Alberto Biavati – rientra nell’ambito della più ampia partnership tra Aeronautica Militare e Kōkū Jieitai sull’addestramento avanzato, che vede già la presenza di student pilot giapponesi presso l’International Flight Training School. Questa collaborazione consente di condividere competenze ed esperienze, favorendo la crescita professionale, tecnica e operativa delle Forze Aeree di entrambi i Paesi”.
Portare l'Europa in Asia
Le recenti interazioni militari del Giappone con Stati Uniti, Francia, Germania, India ed Italia evidenziano la volontà degli USA e di taluni Stati membri della NATO di intervenire negli affari dell'Asia-Pacifico per un contenimento dell'espansionismo territoriale di Pechino, assicurando al contempo la libertà di navigazione ed il rispetto del diritto internazionale.
L'ASDF vuole quindi rafforzare i legami con tali Paesi per "limitare" l'esercito cinese (PLA) che ha intensificato le sue attività.
Come si è detto, anche il recente piano militare statunitense prevede che entro il 2024 l'organizzazione del "comando di combattimento" e le strutture di "comando e controllo" in Giappone saranno completamente attivate presso la base di Yokota, con l'obiettivo di coordinare le forze americane con quelle nipponiche in caso di guerra contro la Cina.
Quanto ad Italia e Giappone, l'equipaggiamento di nuova generazione dell'Aeronautica Militare e della Forza Aerea di Autodifesa hanno punti in comune perché entrambi i Paesi hanno scelto i caccia F-35 e i tanker KC-767.
Sebbene il numero di caccia F-35 ordinati dall'Italia sia inferiore a quello del Giappone, il suo utilizzo in terra nipponica è iniziato presto e si è formato un sistema di addestramento relativamente maturo.
Nell'ottobre 2021, il Giappone ha inviato in Italia il primo gruppo di istruttori di volo per partecipare ad un addestramento avanzato. Allo stesso tempo, Italia, Giappone e Regno Unito stanno portando avanti il "Global Air Combat Plan" e svilupperanno congiuntamente un caccia di sesta generazione entro il 2035 per sostituire gradualmente i caccia F-2 giapponesi e i caccia Typhoon italiani e britannici.
Il Giappone, inoltre, sta adattando il decollo e l'atterraggio dei velivoli da portaerei ad ala fissa per renderli operativi sul cacciatorpediniere per elicotteri di classe Izumo ed ha ordinato dagli USA 42 velivoli F-35B; con ciò, Tokio sarà in grado di svolgere addestramenti congiunti con l'Italia con velivoli in grado di operare su portaerei.
Oltre all'Aeronautica Militare Italiana, i caccia "Typhoon" dell'Aeronautica Militare Tedesca e i caccia "Rafale" dell'Aeronautica Militare Francese hanno svolto un addestramento congiunto con la Forza di Autodifesa Aerea Giapponese e presto si unirà ai ranghi anche quella Australiana. Inoltre, la Germania ha dichiarato che quando riceverà i caccia F-35 nel 2026, li invierà in Giappone per partecipare ad un addestramento congiunto.
Il continente nipponico diventerà il punto di raccolta per i caccia occidentali.
Il Giappone, dunque, sarà la nuova frontiera del dispiegamento militare dei Paesi occidentali nell'Asia-Pacifico, aumentando il suo "peso" negoziale su questioni chiave negli affari regionali con Pechino, Russia e Corea del Nord.
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