La politica industriale italiana ed europea devono mirare alla salvaguardia sia l'interesse privato, che della sicurezza nazionale. Gli investimenti esteri in Cina, compresi quelli italiani, sono sempre più "sotto il controllo" del Partito Comunista Cinese e dell'intelligence. L'arte della Win Win è diventata un'abile forma di estorsione. Per difendersi è necessario porre la politica industriale sotto il cappello della sicurezza nazionale
di Nicola Iuvinale
Da vari anni io e mio fratello Gabriele studiamo la Cina di Xi Jinping, tanto che abbiamo scritto un saggio che andrà in pubblicazione nel gennaio 2023.
Tuttavia, più andavamo avanti nello scrivere il libro, più riflettevamo su un aspetto: cos'è diventata la politica Win Win di Pechino?
Che influenza negativa ha avuto ed ha sugli investimenti esteri presenti in Cina?
La Win Win è una rappresentazione della politica tout court della Cina e di Xi Jinping. In pratica, se concludiamo un accordo entrambi dobbiamo guadagnare. Sin qui, nulla di nuovo.
Tuttavia, dimentichiamo che abbiamo a che fare con un sistema totalitario che ha deciso di riscrivere le regole dell'ordine mondiale post seconda guerra mondiale. Che, dopo il XX congresso del PCC, conclusosi a novembre di quest'anno, Xi Jinping ha dato ordine di "prepararsi alla guerra", al quale è seguita una serie di atti politici, esecutivi, normativi e militari di attuazione.
Abbiamo pensato di come la politica Win Win, nel corso degli ultimi anni, sia degradata ad abile "forma di estorsione" perpetrata dal PCC in danno soprattutto delle imprese estere che investono in Cina.
La finalità è chiara: acquisire illegalmente, in fretta e gratuitamente la tecnologia occidentale e non solo.
I presupposti sono questi: se vuoi accedere all'immenso mercato cinese, se vuoi produrre in Cina inquinando e usando manodopera a basso costo (se non schiavi nello Xinjiang) devi cedere, in contropartita, una parte della tecnologia che hai sviluppato in occidente.
Questa era la rappresentazione oggettiva del metodo iniziale della Win Win.
Nondimeno, con il crescere della deglobalizzazione e del reshoring, il metodo si è trasformato, è diventato "criminale".
Oggi, nei CDA anche delle imprese straniere devono per forza sedere membri del PCC, dell'intelligence che guidano i processi decisionali anche per fini di partito.
Non solo; il nuovo credito sociale bancario, cioè ottenere un prestito da una banca cinese, avverrà sul "credito politico" che quell'impresa e il titolare avranno maturato; in pratica più ti sottometti al Partito Comunista Cinese più avrai le porte aperte, non avrai problemi.
Le associazioni di categoria occidentali sanno poco o sono restie a parlarne; gli stessi imprenditori interessati non parlano per paura di ritorsioni da parte di Pechino.
Ecco, questa cosa durante lo scrivere ci "turbava" sempre più.
Ci siamo chiesti: ma con il sostegno agli investimenti esteri in Cina da parte dello stato italiano o dall'Ue, viene tutelato l'interesse privato e quello della sicurezza nazionale? La nostra risposta è stata ed è: NO!
No, perché c'è la totale sconoscenza del problema. Negli Stati Uniti un po meno, ma in Italia e in UE la materia è totalmente fosca, oscurata anche dall'azione "illecita" del partito Comunista Cinese (PCC).
Definiamo il PCC come una organizzazione criminale perché usa le stesse condotte della "mafia", un termine che indica un tipo di organizzazione criminale retta da violenza e omertà. Secondo il significato estensivo del termine, indica una qualsiasi organizzazione di persone dedite ad attività illecite, segreta e duratura, che impone la propria volontà con mezzi illegali e violenti, spesso facendo pagare una tassa per una falsa protezione, chiamata "pizzo", per conseguire interessi a fini privati e di arricchimento illegale anche a danno degli interessi pubblici.
Ecco, la Cina di Xi Jinping ha raggiunto questo livello criminale e si aggraverà ancorpiù con la "preparazione alla guerra".
Se un imprenditore, un cittadino venisse sottoposto a ricatto da parte del PCC, cosa potrebbe chiedere il Partito di fare segretamente per loro?
Come nelle mafie, tante volte l'omertà è paura ed è una forma di protezione.
Chiediamoci: qual'é il livello di compromissione in Italia, in Europa, sia delle imprese che dei partenariati con la Cina (ricerca in comune, Università, ecc.)?
Per rispondere alla domanda è necessaria una competenza approfondita da parte della politica, dei servizi di sicurezza; va implementata una collaborazione tra l'intelligence e l'open source intelligence e specifici think tank nonché creato, come ha già fatto la CIA una speciale sezione che si dedica esclusivamente alla Cina.
In una parola: sicurezza nazionale.
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