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Immagine del redattoreGabriele Iuvinale

La rotta del Mare del Nord è una panacea per Russia e Cina. Con Nuova Delhi che fa eco a Pechino

Con la Cina divenuta principale cliente energetico della Russia, la "NSR" costituisce per Mosca una valida alternativa a rotte più lunghe ed insicure. Anche l'India ha manifestato l'interesse al suo utilizzo. Diversi fattori ne hanno accelerato l'impiego, tra cui le temperature sempre più elevate


G e N Iuvinale


La Russia sta sempre più utilizzando la cosiddetta rotta del Mare del Nord (NSR) come utile alternativa ad altre linee per trasportare petrolio e gas in Cina.


Diversi i fattori che ne hanno consentito un uso sempre più diffuso, in particolare le temperature elevate, le sanzioni occidentali e l'insicurezza nel transitare nel Mar Nero.


La temperatura

Negli ultimi mesi gli oceani hanno superato costantemente i livelli di temperatura superficiale. Per questo, con lo scioglimento dei ghiacci, la Northern Sea Route (NSR) ha offerto maggiori opportunità di navigazione ed al momento vanta una delle stagioni di utilizzo più lunghe mai registrate.




Fonte: MOL

Sicurezza

La Russia utilizza generalmente il Mar Nero e il porto di Novorossijsk per spedire 60 milioni di barili di greggio al mese. Tuttavia, da quando si è ritirata dall'accordo sostenuto dalle Nazioni Unite per consentire le esportazioni di grano ucraino, la situazione della sicurezza di quel mare è diventata più problematica per la navigazione mercantile, con diversi attacchi a porti e navi. Per ovviare a questo problema, la Russia considera la rotta NSR come un'alternativa per esportare il suo petrolio e il suo gas.


Le sanzioni

Un altro fattore che ha spinto la Russia a sviluppare ulteriormente la NSR come rotta percorribile sono state le sanzioni occidentali che hanno imposto il divieto alle importazioni di greggio russo. Di conseguenza, Mosca ha dovuto trovare clienti disposti ad accettare il suo greggio e, nonostante tale divieto, il principale cliente è diventato la Cina.


Putin non può permettersi di ritardare le consegne perché Mosca spende una quota significativa delle finanze statali per finanziare la guerra contro l'Ucraina e le entrate dell'industria energetica sono di importanza cruciale.

E Pechino continua a fornire a Mosca un'ancora di salvezza economica. La Russia, infatti, è diventata il suo partner commerciale predominante e il suo principale cliente per merci scontate come prodotti agricoli ed energia. Lo scorso anno le importazioni cinesi da Mosca sono quasi raddoppiate, soprattutto per gli acquisti di beni energetici.


Anche le esportazioni cinesi verso la Russia sono aumentate, segnatamente del 17,8%. La dipendenza russa dal mercato cinese è destinata a crescere: nel 2022 la Cina rappresentava già il 35% delle esportazioni di petrolio russo.


Pechino ha ottenuto lauti sconti dalla Russia. La Cina, infatti, ha pagato il petrolio russo ad un prezzo inferiore del 16-17% circa. Ed anche prima dell'invasione dell'Ucraina, la Russia forniva alla Cina gas ad un prezzo di favore.

I tempi di trasporto ridotti La rotta "standard" del Canale di Suez tra l'Europa e l'Asia è lunga 21.000 km, mentre la NSR è di13.000 km, con i relativi tempi di trasporto ridotti di oltre la metà.


Senza il rischio di conflitti, con un tempo di percorrenza più breve e senza il timore di attività piratesche, è evidente il motivo per cui la Russia vuole sfruttare ed ampliare la NSR.

Lo sviluppo della NSR

Lo scorso giugno, il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha dichiarato che nei prossimi 13 anni saranno investiti circa 21 miliardi di dollari nello sviluppo della Northern Sea Route. L'investimento consisterà nella costruzione di 50 rompighiaccio e navi di classe ghiaccio, nella costruzione di porti e nella creazione di una costellazione di satelliti orbitali.


Intanto, la settimana scorsa si è tenuta la cerimonia di "nomina" di due petroliere artiche russe presso il cantiere Zvezda a Vladivostok, dove Putin era personalmente presente prima di incontrare il Presidente coreano Kim Jong Un.


Una delle navi, una metaniera lunga 300 metri, si chiama Aleksei Kosygin, mentre la seconda è la Valentin Pikul, lunga 257 metri con una portata lorda di 69.000 tonnellate. Ha la classe di ghiaccio Arc6 ed è progettata per fare la spola verso il nuovo progetto petrolifero artico di Rosneft, Vostok Oil.


Secondo il ministro per lo Sviluppo dell'Estremo Oriente russo e dell'Artico, Aleksey Chekunkov, il traffico merci lungo la NSR è passato da 4 milioni di tonnellate nel 2014 a 34 nel 2022.

La Russia mira ad aumentare la capacità della NSR a 100 milioni di tonnellate entro il 2026 e a 200 milioni di tonnellate entro il 2030.

La scorsa settimana, la nave portarinfuse Gingo è diventata la prima nave capesize a percorrere la rotta. La bulker ha impiegato 13 giorni da Murmansk alla Cina per trasportare 164.600 tonnellate di concentrato di minerale di ferro, il carico più grande ad attraversare tale rotta. Anche una nave cisterna aframax convenzionale, non rinforzata per il ghiaccio, sta attualmente transitando da Murmansk a Ningbo, in Cina.


Inoltre, anche il gigante energetico russo Gazprom ha dichiarato il 15 settembre scorso di aver effettuato la prima consegna di gas naturale liquefatto alla Cina attraverso la rotta artica NSR poiché le calotte glaciali, che si stanno ritirano, rendono la rotta più praticabile.


E' stata la nave metaniera Velikiy Novgorod, che ha lasciato il terminal GNL di Portovaya il 14 agosto, ad aver terminato lo scarico venerdì scorso nel porto cinese nord-orientale di Tangshan, nella provincia di Hebei.


Ciome detto, il gruppo russo Novatek, secondo produttore di gas naturale in Russia dopo Gazprom, ha utilizzato la stessa rotta nel 2018 per consegnare GNL a Pechino.


Con la Russia colpita dalle sanzioni occidentali, Gazprom, pilastro dell’economia nazionale, vuole mantenere lo stesso volume di consegne di GNL dopo il crollo del mercato europeo. L'utile netto di Gazprom, infatti, è sceso di otto volte nella prima metà dell'anno, attestandosi a 3 miliardi di dollari.


Anche l'India vuole utilizzare la rotta

A questi eventi, sempre la scorsa settimana si è registrato un ulteriore evento che potrebbe dare ancora più importanza all'NSR. Mercoledì scorso, infatti, India e Russia hanno discusso la possibilità di esplorare nuovi corridoi di trasporto come la NSR e quello marittimo orientale tra Vladivostok e Chennai, in India.

Parte dell'incontro, che si è svolto presso l'Istituto russo di formazione marittima di Vladivostok, ha riguardato la formazione dei marittimi indiani per imparare a svolgere la mansione nelle acque polari ed artiche.

Danno ambientale?

Questi sviluppi nell'uso della NSR e la cooperazione della Russia con la Cina e l'India per quanto riguarda il trasporto di merci lungo tale rotta, potrebbero comportare un potenziale danno ecologico.


Secondo alcuni esperti, infatti, le implicazioni per l'Artico sarebbero enormi, poiché il pianeta non è allineato alla traiettoria di 1,5 gradi Celsius stabilita dall'Accordo di Parigi. La perdita di ghiaccio marino estivo e invernale, il collasso della calotta glaciale della Groenlandia e l'uso continuato di combustibili fossili per il trasporto marittimo potrebbero , infatti, essere molto dannosi per l'Artico.


"La rapida espansione del traffico marittimo artico che utilizza combustibili fossili e l'apertura delle rotte del Mar Glaciale Artico alla navigazione tutto l'anno per il trasporto di combustibili fossili aumenta il rischio di fuoriuscite e perdite, incrementa l'inquinamento acustico sottomarino e distrugge gli ecosistemi glaciali e gli habitat delle specie che dipendono dal ghiaccio, come le foche e gli orsi polari. Rappresenta inoltre una minaccia significativa alla sicurezza alimentare e ai mezzi di sussistenza delle comunità indigene, la cui sopravvivenza e il cui sostentamento dipendono dall'intricato rapporto con un ambiente artico sano", ha dichiarato a Splash Sian Prior, consulente principale della Clean Arctic Alliance.


Oltre 100 nazioni hanno firmato il Global Methane Pledge per ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030, mentre tutti i Paesi artici si sono impegnati a ridurre le emissioni di black carbon del 25-33% rispetto ai livelli del 2013 entro il 2025. Secondo Prior, promuovere l'uso continuato di qualsiasi combustibile fossile ostacolerà la transizione verso un'economia a emissioni zero.


A prescindere dai pericoli per l'ambiente, è molto probabile che la Russia, la Cina e persino l'India cercheranno di aumentare la frequenza delle navi che consegnano merci attraverso la NSR. Resta da vedere se il tempo continuerà ad essere incline ad accelerare questo processo e se Putin sarà disposto a puntare tutto sulla Northern Sea Route come alternativa a Suez.


(riproduzione riservata, citare Extrema Ratio)


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