Xi Jinping continua a correre in soccorso di Putin, "finanziando" l'invasione dell'Ucraina. Dopo le recenti sanzioni statunitensi, si complica il supporto di due aziende giapponesi al progetto russo Arctic LNG 2. Intanto Putin inaugura due nuove petroliere artiche con il tetto del mondo che rischia di diventare sino-russo
G e N Iuvinale
Il gigante energetico russo Gazprom ha dichiarato ieri (15 settembre) di aver effettuato la prima consegna di gas naturale liquefatto alla Cina attraverso la rotta artica del Mare del Nord poiché le calotte glaciali, che si stanno ritirano, rendono la rotta più praticabile.
"Gazprom ha consegnato per la prima volta la propria produzione di GNL lungo la rotta del Mare del Nord", ha affermato la società in una nota.
Mosca spera che la rotta contribuisca ad aumentare le consegne di petrolio e di gas in Asia, segnatamente verso la Cina, in un momento in cui i clienti europei stanno riducendo drasticamente la loro dipendenza energetica dalla Russia a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina.
La rotta "permette una sostanziale riduzione del tempo necessario per effettuare le consegne di GNL ai paesi dell'Asia-Pacifico", ha detto Gazprom.
La rotta artica riduce la durata delle spedizioni di oltre una settimana rispetto all’utilizzo del Canale di Suez in Egitto.
Gazprom ha precisato che la nave metaniera Velikiy Novgorod, che ha lasciato il terminal GNL di Portovaya il 14 agosto, ha terminato lo scarico venerdì nel porto cinese nord-orientale di Tangshan, nella provincia di Hebei.
Il gruppo russo Novatek, secondo produttore di gas naturale in Russia dopo Gazprom, ha utilizzato la stessa rotta nel 2018 per consegnare GNL a Pechino.
Con la Russia colpita dalle sanzioni occidentali, Gazprom, pilastro dell’economia nazionale, vuole mantenere lo stesso volume di consegne di GNL dopo il crollo del mercato europeo. L'utile netto di Gazprom, infatti, è sceso di otto volte nella prima metà dell'anno, attestandosi a 3 miliardi di dollari.
Putin non può ritardare le consegne di petrolio e di gas perché Mosca spende una quota significativa delle finanze statali per finanziare la guerra contro l'Ucraina e le entrate dell'industria energetica sono di importanza cruciale per la Russia.
E Xi Jinping non fa mancare il sostegno all'"amico" Putin.
Grazie a Pechino, Mosca è riucita a portare avanti anche il progetto Arctic LNG 2, completando e mettendo in funzione la più grande piattaforma galleggiante di gas naturale liquefatto nell'artico, con l'80% del GNL prodotto che confluirà in Asia, rendendo l'impianto indispensabile per la Cina.
Dopo che le aziende occidentali hanno abbandonato i progetti energetici russi dell'Artico, la Cina continua a colmare il gap tecnologico di cui soffre la Russia. La prima fase del progetto Arctic LNG 2 è stato, infatti, completato con tecnologia militare cinese.
Le recenti sanzioni USA e le società guiapponesi coinvolte nell'Arctic LNG 2
Intanto, la società giapponese Mitsui ha detto oggi che si impegna a rispettare le restrizioni sulla scia delle nuove sanzioni statunitensi relative al progetto russo di gas naturale liquefatto Arctic LNG 2, in cui detiene una partecipazione.
"Siamo consapevoli delle ulteriori sanzioni statunitensi e rimaniamo impegnati a rispettare le sanzioni internazionali", ha dichiarato Mitsui a Reuters in un commento inviato via e-mail, aggiungendo di essere in contatto con i partner del progetto, il Governo giapponese e altre parti "per discutere i prossimi passi".
Le sanzioni non si applicano al progetto stesso, né ai suoi azionisti.
Tuttavia, una fonte del governo giapponese ha detto che i provvedimenti sanzionatori statunitesi potrebbero complicare il modo in cui Mitsui ed un altro azionista giapponese, la JOGMEC, forniscono il supporto al progetto e potrebbero anche ritardare la produzione di Arctic LNG 2.
Le sanzioni riguardano, tra l'altro, diverse società russe, un'azienda degli Emirati Arabi Uniti che fornisce servizi di architettura, costruzione ed ingegneria, una società di costruzione navale russa (che gestirà due unità di stoccaggio galleggianti di GNL per i trasbordi di gas naturale liquefatto artico attraverso la Northern Sea Route e a due navi di stoccaggio destinate ad operare su quella rotta, qui l'elenco comoleto).
Il progetto Arctic LNG 2 nell'Artico russo è gestito dalla società moscovita Novatek, mentre Mitsui e la collega giapponese JOGMEC detengono una partecipazione combinata del 10%.
Novatek prevede di lanciare il primo treno di produzione del progetto Arctic LNG 2 verso la fine dell'anno. Mitsui e JOGMEC riceveranno complessivamente 2 milioni di tonnellate di GNL all'anno. Il vicino impianto Yamal LNG è entrato in funzione nel 2017.
Il progetto Arctic LNG 2 è progettato per gestire tre linee di produzione con una capacità produttiva annuale di 19,8 milioni di tonnellate.
Il Giappone ha condannato l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia - che Mosca definisce una 'operazione militare speciale' - ma mantiene partecipazioni in una serie di importanti progetti di combustibili fossili in Russia, per una questione di sicurezza energetica, riferisce Market Screener.
Le due nuove petroliere russe del Mare del Nord
La settimana scorsa si è tenuta la cerimonia di "nomina" di due petroliere artiche russe presso il cantiere Zvezda a Vladivostok, dove Putin era personalmente presente, prima dell’incontro con il Presidente coreano Kim Jong Un.
Una delle navi, una metaniera lunga 300 metri, si chiama Aleksei Kosygin in onore del leader comunista che per più di tre decenni ha ricoperto incarichi di vertice in Unione Sovietica.
La madrina della nave cisterna per GNL Aleksei Kosygin è la dottoressa e rappresentante della Russia Unita Tatiana Kurleeva. Foto: Kremlin.ru
La seconda è la Valentin Pikul, lunga 257 metri con una portata lorda di 69.000 tonnellate. Ha la classe di ghiaccio Arc6 ed è progettata per fare la spola verso il nuovo progetto petrolifero artico di Rosneft, Vostok Oil.
La nave prende il nome dal romanziere storico sovietico noto per personaggi di fantasia e temi nazionalistici. Pikul trascorse parte della sua infanzia a Molotovsk, la città della Russia settentrionale che oggi si chiama Severodvinsk, e scrisse ampiamente sulla Seconda Guerra Mondiale.
La madrina della nave Valentin Pikul è la pilota, astronauta e rappresentante della Russia Unita Elena Serova. Foto: kremlin.ru
Secondo il sito The Barents Observer, che ha dato la notizia, durante la sua visita, Putin è stato accompagnato dal vice primo ministro Yuri Trutnev e da Igor Sechin, leader di Rosneft.
Quest'ultimo è stato una figura chiave nella decisione di sviluppare il cantiere navale che oggi è il più grande della Russia. Dalla sua fondazione nel 2015, la Zvezda ha acquisito un numero significativo di ordini di costruzione di petroliere artiche, navi metaniere e rompighiaccio.
Una parte importante degli attuali ordini del cantiere comprende vettori per il progetto Arctic LNG 2 di Novatek e Vostok Oil di Rosneft.
Igor Sechin desiderava promuovere la sua Vostok Oil al leader russo Putin personalmente.
“Uno dei vantaggi competitivi del progetto Vostok Oil è una geografia unica. Grazie all'accesso diretto alle acque della Rotta del Mare del Nord, le materie prime possono raggiungere nel più breve tempo possibile i mercati più promettenti", ha spiegato Sechin.
Secondo il leader della compagnia petrolifera, è necessario costruire almeno 50 nuove navi rompighiaccio e navi da trasporto per facilitare la logistica sulla rotta del Mare del Nord.
"In questo senso un ruolo chiave lo gioca la Zvezda", ha sottolineato.
“Lo sviluppo di questo tipo di flotta gioca un ruolo enorme per il nostro Paese, che è una grande potenza artica, ed è necessario per l’adempimento della nostra strategia a lungo termine sullo sviluppo dell’Artico, per spedizioni affidabili nel Mare del Nord Rotta, rotte globali di trasporto e logistica e rafforzamento della sicurezza energetica per il nostro Paese e per tutto il mondo", ha affermato Putin.
Il tetto del mondo sarà sino-russo?
Mentre il cambiamento climatico accelera e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha fatto a pezzi l’ordine internazionale, l’Artico è emerso come il potenziale teatro del prossimo conflitto globale.
Le pesanti perdite subite dall’esercito russo in Ucraina, costringeranno Putin a fare sempre più affidamento sulle sue forze nucleari di stanza nell’Artico, dove anche il Regno Unito e gli Stati Uniti gestiscono da tempo i propri sottomarini d’attacco.
E, sempre verso nord, nei gelidi oceani artici, grazie al riscaldamento radicale del pianeta e al ritiro del ghiaccio marino, una flotta di rompighiaccio cinese e russa ha manovrato per aprire una "via della seta polare", forse prendendo possesso del tetto del mondo.
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