Il caso CASIA: l'Istituto di automazione dell'Accademia cinese delle scienze collabora con gli istituti di ricerca di tutto il mondo, ma è una "minaccia" per la sicurezza nazionale perché è una struttura del PCC. L'appello dell'Hoover Institution: i governi dovrebbero negare o rimuovere finanziamenti pubblici per progetti di ricerca che implicano la collaborazione con entità che hanno sede in nazioni autoritarie
di Nicola Iuvinale
L'Istituto di automazione dell'Accademia cinese delle scienze (CASIA), leader mondiale nell'istruzione e nella ricerca su intelligenza artificiale, biometria e neuroscienze collabora, direttamente o indirettamente, con i più importanti istituti di ricerca mondiali e aziende statunitensi ed europee.
Tuttavia, i governi hanno sottovalutato i rischi etici, di sicurezza nazionale e di integrità di tali collaborazioni perché non sono sufficientemente controllate, tanto da compromettere anche i valori democratici, le eventuali sanzioni applicate alla Cina, i controlli sulle esportazioni e altre misure politiche adottate anche dal governo degli Stati Uniti in risposta alla repressione dei regimi autoritari.
Sul tema, l'Hoover Institution ha presentato un interessante rapporto: "Eyes Wide Open: Ethical Risks In Research Collaboration With China" .
Il rapporto esamina il caso dell'Istituto di automazione dell'Accademia cinese delle scienze (CASIA), leader mondiale nell'istruzione e nella ricerca su intelligenza artificiale, biometria e neuroscienze.
CASIA è un'entità – comune a tutte le nazioni autoritarie – che, da un lato persegue finalità benefiche e, dall'altro, riprovevoli.
Le sue suddivisioni e affiliate commerciali portano avanti progetti che promuovono sicuramente il benessere umano e esplorano le frontiere della conoscenza in aree come la medicina, ma, contemporaneamente, collaborano anche con gli organi di pubblica sicurezza sullo sviluppo delle tecnologie di sorveglianza di massa utilizzate per le violazioni dei diritti umani, in particolare nella regione dello Xinjiang.
Gli istituti di ricerca e le aziende statunitensi, nonché altri sparsi in tutto il mondo, collaborano ampiamente con CASIA.
Tuttavia, i governi hanno sottovalutato i rischi etici, di sicurezza nazionale e di integrità di tali collaborazioni perché non sono sufficientemente controllate.
Il rapporto formula le seguenti raccomandazioni:
gli istituti di ricerca e i governi dovrebbero rivedere i concetti esistenti di integrità della ricerca per garantire la coerenza con i valori democratici e definire uno standard comune o una serie di condizioni per le revisioni etiche della ricerca che considerino il contesto legale e politico e i rischi etici e per i diritti umani. Tali revisioni devono includere, ad esempio, protocolli per la positiva convalida della provenienza delle informazioni di identificazione personale e dei set di dati biometrici e genetici e la loro conformità agli standard di etica e consenso informato; la pianificazione di scenari come la deviazione di ricerche e dati agli organi del partito-stato cinese; e valutare che la ricerca, che possa sembrare relativamente benigna in un sistema politico democratico potrebbe servire, invece, fini aberranti in uno autoritario;
le agenzie federali dovrebbero negare o rimuovere finanziamenti per progetti di ricerca che implicano la collaborazione con entità, con sede in nazioni autoritarie, che supportano la sorveglianza di massa e le violazioni dei diritti umani;
il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti dovrebbe inserire CASIA e le imprese affiliate elencate nel rapporto, in quello delle entità per i controlli sulle esportazioni;
le organizzazioni accademiche e del settore privato dovrebbero rivedere le loro partnership con CASIA e le sue affiliate per valutare, preventivamente, i rischi per i diritti umani e per affermare l'etica e l'integrità democratica;
le istituzioni della società civile dovrebbero lavorare insieme per sviluppare la conoscenza e promuovere una solida due diligence e la condivisione di informazioni su entità sospette con sede in nazioni autoritarie, al fine di sostenere gli standard etici e proteggere i diritti umani.
Naturalmente l'invito è rivolto anche all'UE e all'Italia: la sicurezza nazionale è un confine invalicabile che va presidiato costantemente.
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