Nessun accordo è giunto dopo i negoziati tra Stati Uniti, Russia, Nato ed OCSE. Probabilmente, Putin intraprenderà una risposta tecnico-militare con possibile dispiegamento dei più recenti sistemi d'arma ipersonici
N. Iuvinale
Giovedì scorso, 13 gennaio, si sono conclusi i "negoziati" tra Russia, Stati Uniti, Nato ed OSCE sulle garanzie di sicurezza, richieste dal Cremlino, di non espansione della Nato negli ex paesi dell'URSS, principalmente Ucraina e Georgia.
La risposta, compatta, dell'occidente è stato un no assoluto.
Quindi, nessun accordo è stato raggiunto per il momento. Ma Igor Zevelev, noto politologo di origini russe, in un'intervista odierna a Meduza, ritiene che tra Russia e Occidente stiano emergendo narrazioni completamente differenti sull'esito degli incontri; ciò, perché rifletterebbe la "genetica" divergenza di posizione delle parti.
"I paesi occidentali lo chiamano dialogo, mentre la parte russa preferisce descrivere gli incontri dei diplomatici come negoziati. La differenza nella terminologia riflette approcci fondamentalmente diversi. I paesi occidentali non accettano le proposte chiave della Russia di approvare disposizioni giuridicamente vincolanti per fermare l'espansione della NATO e fermare il dispiegamento di armi d'attacco vicino ai confini russi. Dal punto di vista occidentale, l'obiettivo del dialogo è allentare le tensioni vicino al confine ucraino. E dal punto di vista della Russia, i negoziati non riguardano affatto questo: riguardano garanzie di sicurezza per la Russia. Questi sono approcci completamente diversi", afferma Zelef.
Tuttavia, ciò che va subito precisato è che i Paesi occidentali NON POSSONO, anche giuridicamente, accettare l'ultimatum di Putin.
La richiesta di Mosca all'Occidente prevede che gli Stati Uniti si impegnino, con accordo vincolante sul piano del diritto internazionale, a non espandersi verso est della NATO e rifiutino l'eventuale futura ammissione di Stati appartenenti all'ex Unione Sovietica; i membri dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) dovrebbero assumersi la responsabilità e l'impegno, non solo di vietare l'ulteriore espansione della NATO, inclusa l'Ucraina e Georgia ma, altresì, il dispiegamento di ulteriori forze dell'Alleanza atlanticca del Nord al di fuori dei territori in cui si trovavano prima dell'allargamento ad est nel maggio 1997.
La principale richiesta del Cremlino è giuridicamente "inammissibile" ed anche "illecita" sul piano del diritto internazionale perché viola regole sovranazionali consolidate, quali la libertà dei Paesi di autodeterminarsi e, quindi, di scegliere "liberamente" di entrare nell'UE e nell'Organizzazione transatlantica, il diritto costituzionale di tutti i Paesi coinvolti ed il Trattato sulle Nazione Unite.
Putin, di fatto, propone una sorta di nuova "Yalta", vale a dire una spartizione del mondo.
La Russia, per Zevelev, non sarebbe "tanto preoccupata per la sua - dell'Ucraina - adesione formale alla NATO, quanto per la presenza militare visibile degli Stati Uniti e della NATO sul territorio dell'Ucraina senza la sua piena adesione. E questo è ciò che la Russia dichiara come una minaccia alla sicurezza nazionale".
"È un mistero il motivo per cui la parte russa formuli tali condizioni, sebbene comprenda che la NATO non le accetterà mai. Penso che solo col tempo capiremo finalmente perché è stato fatto. Ma una ragione ora è chiara. Questo è il desiderio della Russia di affrontare le questioni che la preoccupano da molto tempo....sull'espansione della NATO. Queste sono state espresse dalla metà degli anni '90. Ma cercare di inserirle sotto forma di accordi e obblighi legali diretti da parte dell'Occidente è la prima volta" dice Zelef.
Quest'ultimo, inoltre, precisa che "Non possiamo trovare analoghi storici al dialogo e ai negoziati in corso per diversi motivi. Il primo è che la Russia ha pubblicato il testo della bozza di accordi con NATO e USA sulle garanzie di sicurezza reciproca prima dell'inizio dei negoziati. La seconda è che Mosca sta dicendo, tramite il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov, che le bozze pubblicate non sono un menu da cui scegliere. Ryabkov afferma che le proposte russe possono essere accettate solo dalla parte occidentale nel suo insieme. Non ci sono mai stati precedenti del genere prima ".
"La domanda", per il politologo russo, "sorge spontanea: di cosa si tratta allora la trattativa? La negoziazione è quando si fanno delle reciproche concessioni e/o rinunce. E qui una parte, la Russia, pone condizioni tali che non risultano negoziabili. E questo è senza precedenti".
Ad oggi, non ci sono state comunicazioni ufficiali del Cremlino sull'esito degli incontri.
"Non sappiamo se la Russia rimuoverà le truppe dai confini con l'Ucraina. Ma penso che tra circa una settimana sentiremo un'importante dichiarazione da Mosca sui risultati dei tre round di negoziati a Ginevra, Bruxelles e Vienna che si sono svolti negli ultimi tre giorni e scopriremo quali saranno i prossimi passi della Russia. Finora ha avuto successo quello che Putin ha chiesto ai membri del ministero degli Esteri a novembre, ovvero tenere i Paesi occidentali all'erta".
"Tutti attendono con ansia quali saranno i prossimi passi della Russia. Mi permetto di suggerire che la Russia annuncerà probabilmente che intraprenderà una risposta tecnico-militare con possibile dispiegamento dei più recenti sistemi d'arma, principalmente ipersonici, in regioni geografiche piuttosto sensibili per l'Occidente".
La situazione internazionale è molto grave.
E' grave perché emerge con chiarezza un "nuovo disordine internazionale" voluto dalla Cina di Xi Jinping e dalla Federazione Russa di Putin, in contrapposizione all'ordine mondiale riconosciuto delle Nazioni Unite, alla quale i "due stati eretici" comunque appartengono e ne sono stati anche i fondatori.
Forse è la crisi più grave dal dopoguerra.
L'ambasciatore Giulio Terzi di Sant'Agata ha approfondito, per la Fondazione Einaudi, l'attuale situazione geoeconomica e geopolitica anche sul piano del diritto internazionale.
Fonte: Meduza
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