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Immagine del redattoreGabriele Iuvinale

Russia: ritorno allo stalinismo, al via la repressione di massa legalizzata

G Iuvinale

Libertà individuali sempre più a rischio. Nelle ultime due settimane, infatti, partecipare a manifestazioni contro la guerra, esprimere opposizione all'invasione dell'Ucraina o condividere informazioni veritiere sulla campagna militare, è diventato più pericoloso per i cittadini russi.

Foto GettyImages

Il 10 marzo scorso, la Duma di Stato ha approvato un emendamento che autorizza la creazione di un registro gestito dal Ministero della Giustizia che include gli attuali (ed ex) "dipendenti e membri di organizzazioni" che "sono stati dichiarati "agenti stranieri" o che "sono associati a loro". Tra gli "associati" rientrano anche gli "individui ritenuti dallo stato politicamente attivi e che hanno ricevuto denaro o assistenza da " agenti ".

La rettifica interviene su una base legale esistente, rendendola più oppressiva.

Le norme sui cosiddetti "agenti stranieri" - che fanno parte di una più ampia campagna diretta da Putin a soffocare il dissenso, l'opposizione e la società civile in tutta la Russia - risalgono, infatti, al 2012 e al 2014 e si limitavano a prendere di mira le ONG ed i media stranieri, cioè le organizzazioni.

Con una integrazione del dicembre 2019 l'etichetta di "agente estero" è stata, però, estesa anche alle persone fisiche, prevedendo pesanti pene detentive.

Poi, nel dicembre 2020, la categoria di "agente straniero" è stata ulteriormente ampliata per includere individui "considerati impegnati in attività politiche nell'interesse di uno stato straniero".

Tanti sono i motivi per essere riconosciuti come "agente estero" ; vanno dallo svolgimento di manifestazioni o dibattiti politici, al fornire opinioni sulle politiche statali, azioni che promuovono un determinato risultato in un'elezione o in un referendum, sino ad arrivare alla partecipazione come osservatore elettorale o in partiti politici se sono state fatte nell'interesse di un soggetto estero.

Le organizzazioni per i diritti umani avevano avvertito che questa ulteriore integrazione avrebbe segnato "una nuova spirale di repressione in Russia”.

Ora, però, il nuovo disegno di legge porta le cose ancora oltre perché mira ad intimidire direttamente il popolo.

E questa revisione è simile a quel sistema giuridico che lo stato stalinista utilizzò negli anni '30 per arrestare e reprimere persone in tutta l'Unione Sovietica. Difatti, fu proprio tra il 1937 ed il 1938 che decine di migliaia di cittadini sovietici con legami all'estero, o appartenenti a determinate etnie (tra cui tedeschi e polacchi) e normali cittadini, furono arrestati con l'accusa (inventata) di spionaggio per conto di governi stranieri.

Siamo, dunque, alle porte di una nuova repressione di massa legalizzata.



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