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Immagine del redattoreGabriele Iuvinale

Xi Jinping ha danneggiato l'economia cinese e quella globale

Un recente rapporto di Refinitiv ne esamina cause e conseguenze


G Iuvinale


L'economia cinese va molto male. E la responsabilità è tutta di Xi Jinping che da anni dirige il governo dell'intero Paese, avendo accentrato nelle sue mani il processo decisionale di politica economica, nonché quello di politica interna, estera e militare.


Foto Gettyimages

Pechino, quindi, si ritrova a dover affrontare diverse sfide economiche che hanno implicazioni significative non solo per la sua crescita, ma anche per l'economia globale. Negli ultimi mesi, infatti, si è assistito ad un crescente disagio nelle relazioni di Pechino con le maggiori potenze globali, in particolare con gli Stati Uniti e l'UE.


Un'analisi di Refinitiv analizza, in particolare, i fattori che stanno contribuendo "alla scadente crescita della Cina".


Questi i punti salienti.

  • Flusso di ordini inferiore alle attese a causa del calo della domanda globale di beni cinesi.

  • Le società statunitensi/europee che operano a livello nazionale in Cina stanno segnalando vendite più deboli, che incidono negativamente sulla redditività.

  • Le aziende citano la debole domanda cinese.


Il calo degli investimenti cinesi in Europa e il confronto geopolitico tra altri Paesi dipendenti dalle esportazioni, evidenziano, inoltre, le potenziali conseguenze per l'economia globale,

aggiunge Wadsworth Sykes, autore dello studio.


In primis, l'anali suggerisce come le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti si sono estese all'UE, poiché l'Europa ha proposto sanzioni alle società cinesi che sostengono lo sforzo bellico della Russia. Ciò ha causato effetti sull'economia interna di Pechino.


Inoltre, "la ripresa economica della Cina a seguito della pandemia di COVID-19 è stata inferiore alle aspettative, sollevando preoccupazioni sulle prospettive di crescita del paese".

Insomma, la draconiana politica dello "Zero Covid" decisa da Xi Jinping, si è rivelata un disastro di proporzioni immani, minando alle redici la stabilità e la crescita economica del Paese.

La domanda globale di prodotti cinesi è molto debole, aggiunge Refinitiv. Ciò è evidente nel significativo calo dei nuovi ordini registrato dopo la Fiera di Canton, una delle più grandi fiere commerciali della Cina. Questo calo evidenzia le sfide di fondo che l'economia cinese dovrà affrontare.

"Per raggiungere una crescita sostenuta, potrebbero essere necessarie misure politiche tempestive ed efficaci per affrontare la debole domanda interna poiché i viaggi interni in Cina non sono neanche lontanamente vicini ai livelli pre-pandemia".

La contrazione del'attività industriale

A maggio, poi, il panorama economico cinese ha preso una svolta inaspettata poiché l'attività industriale si è contratta più rapidamente del previsto, mettendo in dubbio la traiettoria della ripresa in corso.

Anche le esportazioni cinesi hanno "scioccato" le previsioni di maggio, con un calo di oltre l'8% su base annua rispetto al previsto 0,4%.

Anche gli investimenti della Cina in Europa hanno registrato un forte calo, segnalando tendenze in evoluzione e un maggiore controllo normativo. I governi europei, in particolare del Regno Unito, della Germania, dell'Italia e della Danimarca, hanno imposto regole più severe sugli investimenti cinesi in entrata, spesso impedendo la realizzazione dei progetti infrastrutturali e tecnologici proposti. Queste normative riguardano principalmente accordi che coinvolgono società cinesi che acquisiscono aziende con potenziali applicazioni militari.


Gli effetti sull'economia globale

Essendo la seconda economia più grande del mondo, la traiettoria economica della Cina ha implicazioni significative per l'economia globale, comprendendo vari aspetti come i tassi di crescita, i mercati delle materie prime, i cambiamenti climatici e la geopolitica.


"Mentre la crescita delle esportazioni è aumentata notevolmente in Vietnam dal 2010, l'idea tanto sbandierata dell'India che prende il posto della Cina come fabbrica del mondo non si è concretizzata", precisa l'analista.


Le relazioni tese tra Cina, Stati Uniti e UE, insieme al calo degli investimenti cinesi in Europa e all'indebolimento della domanda globale, rappresentano sfide significative per la crescita economica della Cina. Inoltre, la potenziale imposizione di sanzioni e le minacce di ritorsioni aumentano ulteriormente l'incertezza nel panorama economico globale.


Le Big Tech cinesi hanno bruciato 1,1 trilioni di dollari in termini di valore

Le principali società tecnologiche cinesi hanno perso più di 1 trilione di dollari di valore - equivalente all'intera economia olandese - da quando è iniziata la repressione normativa del governo sul settore più di due anni fa, secondo i dati di Refinitiv.


Gli investitori ora sperano che le rigide regole che hanno ostacolato la crescita dalla fine del 2020 inizieranno ad allentarsi, dopo che la People's Bank of China ha indicato che potrebbe essere in corso un cambio di direzione. Venerdì scorso, infatti, la banca centrale ha affermato che la maggior parte dei problemi principali per le attività finanziarie delle società di piattaforme on line è stata risolta e che le autorità di regolamentazione sposteranno la loro attenzione sul settore nel suo insieme, piuttosto che su singole società.


Cosa fare?

Per affrontare queste complessità, suggerisce Refinitiv, potrebbe essere necessario che il governo cinese e la PBoC attuino politiche di allentamento monetario e di sostegno. "Queste decisioni non solo modellano la traiettoria economica della Cina, ma hanno anche implicazioni di vasta portata per il commercio globale, gli investimenti e le pressioni inflazionistiche".

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